“Subito un nuovo piano industriale per diversificare la produzione e rilanciare uno stabilimento d’eccellenza”. Dopo che la crisi dell’azienda tedesca è ormai venuta alla luce e dopo il question time richiesto da Sinistra Italiana, la Uil e la Uilm Puglia passano all’attacco in difesa dei tanti lavoratori che ora rischiano di perdere il posto.

“La questione Dieselgate, che ora sembra il male supremo, è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso – sottolineano Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia e Franco Busto, Segretario Generale della UILM di Puglia – L’utilizzo degli ammortizzatori sociali, in Bosch, è ormai una prassi da circa nove anni, eppure si è continuato a puntare su un piano industriale imperniato quasi esclusivamente su un prodotto in conclamata flessione di mercato come il motore diesel. Ci auguriamo che le intenzioni manifestate dall’azienda proprio in concomitanza con lo sciopero non facciano parte solo una strategia per tranquillizzare gli animi, giustamente esasperati, di tanti lavoratori dall’elevata professionalità che rischiano di pagare adesso scelte sbagliate nel tempo dalla Bosch”.

Lo dichiarano, che ricordano come “La questione Dieselgate, che ora sembra il male supremo, è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’utilizzo degli ammortizzatori sociali, in Bosch, è ormai una prassi da circa nove anni, eppure si è continuato a puntare su un piano industriale imperniato quasi esclusivamente su un prodotto in conclamata flessione di mercato come il motore diesel. Far pagare il conto, ancora una volta, ai lavoratori, sarebbe ingiusto e intollerabile”.

Pugliese e Busto confermano la linea sindacale. “La Bosch ora deve presentarci un nuovo piano industriale, alternativo a quello messo in atto finora e in grado di diversificare la produzione intercettando le evoluzioni del mercato e di rilanciare uno stabilimento che rappresenta, dal punto di vista strutturale e occupazionale, un’eccellenza a livello italiano ed europeo. Un’eccellenza che nessuno, né il territorio né l’azienda, possono permettersi di disperdere”.

“Peraltro – concludono i due Segretari della UIL e della UILM – esistono strumenti e risorse in dotazione alla Regione Puglia che potrebbero essere utilizzate per la formazione dei lavoratori in vista di una variazione o di una diversificazione della produzione. I costi, in questo modo, non si ribalterebbero completamente sull’azienda, che quindi non ha scuse per agire con concretezza e immediatezza al fine di tutelare gli 850 posti di lavoro attualmente a rischio. La crisi, come dimostrano altre realtà del settore, non si combatte solo con i tagli sul lavoro, ma con gli investimenti mirati e oculati sulla produttività. E sia chiaro: noi siamo disposti a sederci con l’azienda per individuare alternative fattibili e migliorative, ma qualora la linea non dovesse cambiare, insisteremo con le iniziative di lotta come lo sciopero odierno”.