“Aziende straniere vengono in Italia accedono a finanziamenti pubblici, statali e regionali, per portare nel nostro paese le loro produzioni, poi al primo accenno di crisi del settore via ad ammortizzatori sociali ed esuberi. Ora basta il governo convochi urgentemente La Bosch e le parti sindacali per la definizione di un nuovo piano industriale che incrementi la produzione e l’occupazione nello stabilimento barese, valutando in caso contrario se ricorrano i presupposti per chiedere la restituzione dei finanziamenti erogati”.

Anche Sinistra Italiana vuole vederci chiaro sulla situazione dello stabilimento Bosch di Bari. Dopo gli sputi e gli insulti presi un anno fa dai sindacalisti, dopo che finalmente è emerso il rischio del posto di lavoro da parte degli stessi operai, la vicenda è giunta fino ai palazzi romani e domani nell’Aula di Montecitorio durante il question time il gruppo parlamentare Sinistra Italiana-Possibile chiederà al Governo dei chiarimenti su quello che sta accadendo nello stabilimento barese, in diretta tv sui canali Rai e sulla webtv della Camera dei Deputati fra le 15 e le 16.

“Da anni lo stabilimento di Bari lavora solo volumi produttivi e non produzioni proprie utilizzando in maniera indiscriminata il contratto di solidarietà. Il 20 giugno scorso l’Azienda ha presentato un piano industriale con la previsione di esuberi fino a 850 unità, ovvero la metà dei dipendenti dello stabilimento. Un piano che peggiora la situazione occupazionale in Puglia e le condizioni di lavoro nello stabilimento. Visto che la Bosch ha beneficiato di ingenti finanziamenti pubblici, statali e regionali, per potenziare la produzione dello stabilimento barese, finanziamenti utilizzati per potenziare la produzione in altri Paesi è necessario che lo Stato italiano valuti se ci siano i presupposti per chiedere indietro i finanziamenti concessi”.