Forte adesione allo sciopero proclamato dalle Segreterie di Bari Filcams Cgil Fisascat e Uil Tucs Uil, dinanzi la sede di Triggiano hanno manifestato più di 50 guardie giurate per protestare contro il taglio effettuato in busta paga da gennaio 2017. Il progetto di Sicuritalia è chiaro – dichiara Antonio Miccoli della Filcams Cgil di Bari – l’azienda vuole fare solo saving recuperando i soldi direttamente dalle tasche dei lavoratori; una operazione economica di forte rilievo infatti, per un singolo anno l’azienda potrebbe recuperare due o tre milioni di Euro.

“È evidente – dichiara Barbara Neglia Segretario Generale Filcams Cgil Puglia – che la vicenda è di interesse nazionale non solo per le dimensioni dell’azienda ma anche in riferimento al settore della vigilanza, non a caso le Segreterie Nazionali hanno richiesto un tavolo di confronto con la società. Ad oggi ancora non perviene alcuna risposta ma la protesta continua a crescere”.

“In molte regioni d’Italia si stanno moltiplicando le iniziative di lotta e la Filcams Cgil è estremamente preoccupata in quanto il settore è gravemente in crisi e non si può continuare ad operare tagli solo ed esclusivamente sulle retribuzioni dei lavoratori per cercare di rimanere competitivi sul mercato”.

“Questa scelta – conclude Neglia – può arrecare ulteriore danno ai lavoratori di tutto il settore per effetto di emulazione da parte di aziende terze che potrebbero portare ad una legittimazione della modifica del sistema di calcolo degli elementi della retribuzione, e questo sarebbe davvero inaccettabile. La Filcams Cgil proseguirà insieme a Cisl e Uil di categoria la mobilitazione dei lavoratori ed a partire dal mese di settembre avvierà anche i contenziosi legali della società”.

“L’azienda di vigilanza armata da gennaio ha deciso di applicare un’interpretazione difforme della norma sul lavoro straordinario – sottolinea Marco Dell’Anna della Uiltucs – trasformandola da indennità oraria in indennità giornaliera. Questa operazione comporta decurtazioni retributive anche di 50/60 euro al mese, in sostanza circa 600/700 euro annuali di perdita, l’equivalente del premio di risultato previsto dal contratto integrativo provinciale”.

“Abbiamo proclamato lo sciopero degli straordinari di un mese e oggi un intero turno di sciopero – conclude Dell’Anna – Anche in altri territori si stanno tenendo gli scioperi. Non tolleriamo che l’azienda metta le mani in tasca dei lavoratori, penalizzando paradossalmente proprio quei lavoratori che col proprio apporto migliorano la produttività aziendale. Porteremo avanti la protesta in tutti i modi pur di tutelare i diritti di questi lavoratori”.