Territorio, formazione, welfare e innovazione. Sono i temi caldi al centro del quinto congresso Cisl di Bari. Presenti oltre 142 i delegati in rappresentanza degli 80 mila iscritti.

Fari puntati nella relazione del segretario generale Boccuzzi: ”Abbiamo vissuto i territori, parlato con la gente e i lavoratori, giovani e pensionati. Questo non è il congresso dove il sindacato si racconta, ma dove la Cisl di Bari elaborerà la sintesi di una proposta programmatica per questo territorio, per il mondo del lavoro per i prossimi 4 anni. Chiediamo alle istituzioni un impegno collettivo, alla politica di impegnarsi insieme a noi per un nuovo modo di concepire il territorio, un territorio che metta al centro la persona e il lavoro, un lavoro concreto che parta dallo sviluppo delle imprese, dall’attrazione di nuovi investimenti, che possa generare un nuovo welfare. Su questo costruiremo un nuova base programmatica”

E poi anche un’ampio passaggio sui giovani, e i nuovi lavori: “Dobbiamo mettere al centro dei nostri interessi di comunità l’obiettivo di favorire nuovi lavori e nuove imprese. Nella provincia di Bari il tasso di disoccupazione è al 20,3% e nella Bat è del 18,5%. I disoccupati sono 125mila, centomila nella provincia di Bari e 25mila nella Bat, tra cui tantissimi giovani, disperatamente alla ricerca di un lavoro. A questi aggiungiamo i centomila inattivi, che non cercano più lavoro o perché scoraggiati o per motivi familiari, ma che sono certamente disponili a lavorare. La gravità sociale della mancanza di lavoro
nei nostri territori sta facendo scivolare ampie fette della nostra popolazione residente, tra cui giovani e bambini, nella povertà assoluta, con rimbalzi nelle forme di devianza sociale che trovano nella criminalità organizzata e nel bullismo da quartiere le insidie più pericolose per la coesione sociale. Un’economia che esclude i giovani, diventa strutturalmente poco competitiva e scarsamente produttiva. Sui giovani si parla sempre tanto ma si crea ancora troppo poco per renderli occupabili e occupati.

Le politiche attive, l’alternanza scuola-lavoro, l’apprendistato duale, veri tirocini formativi università-lavoro, gli incentivi all’assunzione, tutto vissuto con scarsa attenzione e poco slancio. Questi elementi andrebbero innanzitutto potenziati e poi strutturati in un vero e proprio programma nazionale dedicato ai giovani e alla loro condizione occupazionale. Tutto questo per il momento è vissuto episodicamente dal sistema delle imprese, che lo valorizzano solo quando qualche avveduto consulente del lavoro consiglia loro questi percorsi per assumere giovani. Insomma un impegno che potrebbe costituire una piattaforma politica per un partito per i prossimi 10 anni, ma purtroppo in giro se ne trovano ben poco di questi impegni della politica per i giovani, perché le candidature personali sono sempre le priorità”

E’ stata posta l’attenzione sul Mezzogiorno e su come la politica locale possa essere insieme alle forze sociali un concreto soggetto propulsivo della crescita economica e di posti di lavoro in una città, attraverso la presentazione del progetto Manufacturing
Zone Restart che rappresenta le “Best Practices”, per rilanciare gli investimenti d’impresa e l’occupazione sul territorio, con una serie di facilitazioni e impegni sia da parte delle forze sindacali e d’impresa sia da parte dell’amministrazione comunale, garantendo tempi certi a chi vuole insediare qui un’impresa.

“Nel dettaglio – ha spiegato Raffini – il progetto Manufacturing Zone Restart si basa su una serie di strumenti, come la ricerca e mappatura dei siti disponibili esistenti (immobili e terreni); l’accordo con HeraComm per le facilitazioni negli allacciamenti; l’accordo con Acantho per la diffusione della fibra ottica; il coinvolgimento del FAB-Lab per facilitare l’innovazione per le PMI; il “Welcome Kit” messo a punto dal Comune, con i benefici economici e l’individuazione di un ‘tutor’ per seguire le imprese che vogliono insediarsi; un atto di indirizzo  siglato dal Comune con le associazioni d’impresa e con i sindacati al fine di individuare e facilitare l’apertura di nuove imprese sul territorio e garantire “buona occupazione”.