La lettera del giovane avvocato barese Gaetano di Liso, costretto a emigrare in Irlanda per realizzare sogni e ambizioni, ha avuto grande eco. Nel giro di poche ore in redazione sono arrivate lettere e commenti di altri giovani italiani costretti a fare scelte coraggiose, ad abbandonare i propria affetti. Si tratta di messaggi durissimi nei confronti di chiunque abbia svenduto il lavoro. vi proponiamo la lettera di un giovane medico gravinese, Rossella D’agostino, 33 anni, volata in Germania.

Ho appena letto e condiviso il pensiero di Gaetano di Liso rivolto al ministro Poletti. Quel “mostro” non sa neppure cosa significhi lavorare e dover raggiungere ogni sacrosanto giorno certi obiettivi.

Da gennaio inizio a lavorare nella pediatria di un ospedale di provincia, in Germania, in un paesino con poco più di 17mila abitanti (Heilbad Heiligenstadt, in Turingia): c’è persino la terapia intensiva neonatale, mentre da noi spesso non vengono neppure garantiti i servizi minimi.

Che ne sa Poletti delle notti in bianco trascorse da chi vive in un paese dove la burocrazia è assurda, dove per fare la spesa nei primi tempi devi consultare il vocabolario ogni cinque minuti, dove ci metti un po’ a capire come fare davvero la raccolta differenziata. Il perito agrario pensa sia facile affrontare i mille problemi di emigrato all’estero per necessità?

Dopo anni di studi, sacrifici, umiliazioni e contratti vergognosi con la sanità pubblica, cosa dovrebbe fare un professionista? Restare in Italia non è più possibile. Il nostro lavoro ormai serve solo per le statistiche e ai politici messi a ricoprire ruoli senza essere stati votati ma, cosa ancor più grande, senza avere i titoli necessari.

Andate tutti al diavolo e spogliatevi di questa spocchia e arroganza che vi contraddistingue. Non sono migliore di chi resta, ma non voglio accontentarmi e soprattutto, sottostare ai baroni che ancora spadroneggiano. In Germania non conosco nessuno, nessuno conosce me, ma al primo colloquio (in tedesco) ho dimostrato ciò che valgo. 

Caro Poletti, lei quante lingue conosce? Io quattro oltre l’italiano. Sto per fare ciò che il mio Paese non mi ha permesso di fare. E come dice il “collega” di Liso, si tolga dalle palle il prima possibile. Lei ha fallito.

Rossella D’Agostino.