Rating di legalità, in Puglia ben 262 imprese hanno ottenute una o più stelle. In provincia di Bari si sono aggiudicate le stelle 124 aziende, 28 nella BAT, 20 nella provincia di Brindisi, a Foggiae provincia 22, in provincia di Lecce sono state 41, 27 a Taranto e provincia. Numeri e dati di cui si è parlato al forum organizzato da Aniem Puglia intitolato “Impresa e legalità: il rating occasione di sviluppo”.

Alla platea di imprenditori intervenuti, Michele Corradino è tornato a parlare di corruzione pochi giorni dall’uscita nelle librerie del suo libro “È normale… lo fanno tutti”. Corradino ha parlato anche del nuovo codice degli appalti, e di rating di impresa come di uno strumento-fotografia del vissuto di un’azienda (solvibilità, affidabilità, controllo), ma se il rating di legalità è oramai una certificazione esistente che sta dando il suo feedback alle aziende in termini di utile opportunità, il più recente rating di impresa richiede una riflessione che tenga conto dell’esperienza e delle esigenze degli operatori stessi. Un confronto su cui l’Anac si sta già muovendo.

Il forum è stata l’occasione per avanzare anche una proposta di legge che premi ulteriormente le aziende più stellate (3stelle) e che, al tempo stesso, diventi l’obiettivo da raggiungere per le imprese con 1 o 2 stelle. È la proposta di legge a cui stanno lavorando Aniem Puglia e Aniem Nazionale.

La sfida che l’Associazione Nazionale Imprese Elidi e Manifatturiere lancia al Ministero dello Sviluppo Economico è chiara e quanto mai percorribile. Il MISE potrebbe, attraverso il Fondo di Garanzia per le PMI istituito con Legge n. 662/96 (art. 2, comma 100, lettera a), “garantire” non solo l’accesso al credito delle PMI, ma anche tutte le transazioni commerciali tra imprese con rating massimo, consentendo così a queste ultime di operare in serenità. Nella stessa proposta si avanza la necessità di dotare le imprese stellate di un segno distintivo da aggiungere nella propria denominazione, di modo che l’attribuzione delle stelle sia di evidenza immediata.

Di “rating di affidabilità contrattuale” applicato anche al settore dei servizi ha parlato il presidente nazionale di Aniem, Dino Piacentini. “L’obiettivo – ha spiegato Piacentini – deve essere quello di individuare l’operatore più affidabile al prezzo più giusto. Questo risultato deve essere raggiunto attraverso i meccanismi tipici del mercato: verificare il ricorso alle riserve, al contenzioso, alle perizie suppletive, l’aumento dei costi contrattuali e il rispetto dei tempi. Sicuramente è un sistema che porterà risultati a regime solo fra qualche anno, ma oggi sembra un investimento necessario per promuovere il merito e dare strumenti alla P.A. per migliorare la capacità di spesa pubblica da una parte, e dall’altra, controllare l’affidabilità degli operatori economici in tutte le fasi dell’appalto”.

Sviluppo, aggregazione e premialità sono le parole d’ordine e i tre fronti su cui le aziende, intraprendendo la via del rating, si troveranno ad operare. “Un contesto nel quale – ha ribadito Luigi Decollanz, esperto in diritto societario nel corso del forum – saranno quasi costrette a strutturarsi per poi lanciarsi, preparate e pronte, sul mercato nazionale e soprattutto estero, vera sfida oggi. Qualora – ha continuato Decollanz – un’azienda si accorgesse di non farcela da sola a strutturarsi e a dotarsi di adeguato rating, il raggiungimento del rating diventa l’occasione per prendere atto dei propri limiti, aprendo la strada a strumenti esistenti di aggregazione come consorzi e reti di impresa, reti di associazioni di imprese”.

Trasparenza e competitività, dunque, sono i meccanismi che il Rating mette in moto a tutti i livelli del mercato. “Quello che stiamo provando a dire alle imprese – ha precisato Raffaele Giampetruzzi, Presidente Aniem Puglia – è che le stellette non sono affatto un traguardo. Tutt’altro. Stiamo dicendo che l’attribuzione del rating è il punto di partenza per cogliere tutte le opportunità di sviluppo che esso offre. Non raccogliere la sfida potrebbe significare restare fuori da un circuito virtuoso che deve, invece, diventare l’unica via possibile per lo sviluppo. Il Rating, inoltre, è uno strumento indiretto per creare competitività e motivare le aziende – ha spiegato Giampetruzzi – a fare sempre meglio. Se la nostra proposta di legge sarà supportata, come speriamo, si creerà una vera e propria corsa tra le aziende a caccia di stellette. E questa corsa verso la legalità è senz’altro premiante, per tutto il sistema economico del Paese, non certo per un settore piuttosto che per un altro”.