Abbiamo lasciato decantare le esternazioni di Briatore, e soprattutto abbiamo lasciato raffreddare le roventi repliche di molti pugliesi. Esaurita la carica reattiva che ha visto una unanimità di reazioni piccate, si può tornare a parlare dell’argomento ponendoci in una posizione che non ha trovato spazio. Le esternazioni di Briatore sulla inadeguatezza della Puglia a dare servizi alberghieri e di accoglienza turistica agli utenti miliardari, possono irritare. Si sono irritati i miliardari di casa nostra, ma anche i comuni mortali come noi e come la gran parte dei pugliesi.

Avevamo già letto le sue esternazioni per la Sardegna, popolata da abitanti con la vocazione alla pastorizia e non all’accoglienza turistica come la concepisce un professionista quale è lui. Anche le repliche che ho sentito da parte dei pugliesi sono state della stessa sintonia dei sardi, con riferimenti e contrapposizioni miscelati in una marmellata di valori della cultura, dell’ambiente e della fruizione degli stessi valori da parte di tutti. Insomma, non ho capito le reazioni e l’opportunità delle stesse.

Credo, però, che vada modificato l’approccio all’argomento. Che esista un mercato per miliardari, legato al tempo libero o al turismo, ne siamo consapevoli. Abbiamo un’industria navale nazionale di imbarcazioni per miliardari e abbiamo altre attività che vendono il lusso.  Danno lavoro e ricchezza, come credo le diano l’attività di recupero ambientale, l’ospitalità turistica, ma anche attività meno nobili come la prostituzione o lo spaccio di droga. Tutte queste creano ricchezza. Mi va bene, quindi, anche un’attività diretta ai miliardari.

Tutto incrementa il nostro PIL, per cui va bene la produzione del lusso, ma dobbiamo ricordare che anche i terremoti incrementano il PIL. L’incremento dell’occupazione e dei posti di lavoro, quindi, non giustificano per definizione qualsiasi attività produttiva. Banale, lo so. Vorrei però poter entrare sullo specifico dell’attività di Briatore.

Sappiamo che c’è un mercato del lusso, un mercato per i miliardari. Se possiamo, sarebbe opportuno occupare questo mercato. Dalle conoscenze che abbiamo della Puglia, però, sappiamo di avere strutture ricettive in grado di soddisfare questa domanda di utenza ricca. Abbiamo imprenditori che hanno scelto questo tipo di mercato e pare che vada bene, per loro e per quelli che lavorano in questo mercato.

Poniamoci una domanda trascurata. Per chi lavora Briatore? A quale mercato si riferisce? Qual è l’utenza di riferimento per i suoi locali? Dalle sue esternazioni, sembrerebbe che siano i miliardari orfani di locali degni di loro in Puglia. Ma siamo sicuri che sia quella l’utenza alla quale fa riferimento?

Non ho rapporti con i miliardari, ma per quel poco di frequentazione che mi porta la professione, vi assicuro che i miliardari che se lo possono permettere sanno benissimo dove andare e come arrivare, ed abbiamo strutture in Puglia che per fortuna di tutti soddisfano l’esigenza del lusso. Allora a chi si rivolge Briatore?

Non certo ai miliardari che, per quanto miliardari, la loro capacità di bere una birra pagandola 10 euro o 20 euro è limitata dalla loro capacità di ingestione. Ne potrebbero bere 5 o 6, ma per quanto miliardari, anche loro sono soggetti alla cirrosi epatica. Allora a chi si rivolge Briatore? Si rivolge ad una utenza più vasta di quella dei miliardari. Quella dei morti di fama.

I suoi clienti sono quelli disposti a pagare una birra 10 euro non perché hanno voglia di bere, ma perché hanno voglia di sentirsi parte di quel mondo di miliardari.  Briatore si rivolge a questa utenza. I miliardari non hanno bisogno di questi locali, anzi tengono a non farsi notare, non hanno bisogno di dimostrare di essere ricchi, lo sono. Briatore applica alla sua gestione il principio del grande Ettore Petrolini. I soldi bisogna prenderli ai poveri, ne hanno pochi, ma sono molti.

Briatore ha intuito che esiste una utenza di poveri con la voglio di giocare ad essere ricchi, ed è da quelli che arrivano i soldi. Sono i morti di fama, e sono molti di più dei miliardari che frequentano i suoi locali. Quelli per cui essere famosi o frequentare gente famosa sia equivalente a essere ricchi. Ricchi e famosi si dice, infatti.

L’evocazione fasulla della ricchezza di questi aspiranti ricchi e famosi si tradurrà in incassi per Briatore, finché i suoi clienti recepiranno di non essere stati ammessi nel paradiso dei ricchi, ma di essere rimasti poveri fra poveri che cercano di apparire ricchi. Questa soddisfazione costerà loro qualche decina di euro, ma ne varrà la pena. Si sentiranno ricchi, ma con qualche decina di euro in meno che andrà a Briatore per farlo diventare, lui sì, molto più ricco.