La riforma della così detta Buona Scuola continua a generare mal contento tra gli insegnanti, anche tra chi ha accettato e firmato per essere trasferito fuori regione. Sui cartelli qualcuno ha ironicamente scritto “buona sola”, nel senso di fregatura.

Stamattina è andata in scena, dunque, l’ennesima protesta. In tanti hanno amaramente scoperto di doversi trasferire anche a mille chilometri di distanza, con buona pace di genitori, mariti, mogli e figli. Se non è un allontanamento coatto, poco ci manca.

Se da una parte, quindi, si cerca di tenere unite le famiglie e difendere un posto “dietro casa”, dall’altra invece, invece, c’è chi ha deciso di non firmare e ora teme di vedersi “scippare” una cattedra a cui legittimamente aspirava. Insomma, questa “buona Scuola”, a quanto pare, non piace a nessuno e sta mettendo i docenti uno contro l’altro.

Intanto, il presidente della VI Commissione Scuola Alfonso Pisicchio ha incontrato i manifestanti: “Seimila docenti pugliesi che per effetto della riforma de ‘La Buona Scuola’ si vedranno assegnate cattedre nel resto d’Italia, soprattutto con destinazione al Nord. Non siamo in presenza di una mera protesta occupazionale, ma di una questione che riguarda diversi aspetti con inevitabili effetti sociali. Questi docenti rischiano di dover lasciare i propri affetti e di sostenere costi maggiori per i trasferimenti. Non sono pacchi postali, ma risorse umane e professionali che possono essere valorizzate nelle scuole pugliesi. Valuteremo la concreta opportunità di attivare con i sindacati e la Regione Puglia, e di concerto con l’Ufficio Scolastico Regionale, delle deroghe per evitare in extremis questo trasferimento di massa”.