“Per i pugliesi arriva il salasso IMU/TASI ad aggravare una situazione economica e occupazionale già allarmante per un territorio che registra, ancora, tassi di disoccupazione troppo elevati e indici di povertà che aumentano esponenzialmente di anno in anno. A ciò aggiungiamo che i servizi locali sono a dir poco scadenti e il costante decremento della fiducia è presto spiegato”.

Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia, analizza così i dati regionali sulle aliquote di Imu e Tasi (sulla seconda casa). Il termine ultimo per pagamento dell’acconto dell’imposta municipale unica e della tassa sui servizi è infatti previsto per giovedì 16 giugno. In Puglia, l’aliquota Imu è, sebbene leggermente, al di sopra della media nazionale (10,2 contro 10,07), con Bari, Foggia, Lecce e Taranto che applicheranno l’aliquota massima del 10,6 per mille (unica eccezione Brindisi, con l’8,6). Per ciò che riguarda la Tasi, anche qui la media è più alta della nazionale (0,64 contro 0,46), ma mentre a Bari, Foggia e Taranto non verrà applicata la tassa sulla seconda abitazione, a Brindisi sarà addirittura del 2,8 per mille e a Lecce dello 0,4 per mille.

Il costo complessivo dell’acconto Imu-Tasi, in Puglia, è in media di 744 euro a famiglia, ben al di sopra dei 535 della media nazionale. Anche qui, piovono tristi primati per la nostra regione: Bari (851 euro a nucleo familiare), Lecce (806) e Foggia (744) entrano di prepotenza tra le dieci città capoluogo più care d’Italia.

Unica nota positiva, è il risparmio medio annuo sull’abolizione della Tasi sulla prima casa, pari, in Puglia, a 231 euro a famiglia, contro i 191 a livello nazionale. La città che offrirà ai contribuenti il maggior risparmio è Foggia (326 euro), seguita da Bari (306), Lecce (203), Taranto (188) e Brindisi 134).

“Sarà una batosta, specie per tanti cittadini che faticano ad arrivare a fine mese o che ancora non sanno se gli ammortizzatori sociali riusciranno quantomeno a garantirgli un domani – attacca ancora Pugliese -. Una batosta annunciata che, è vero, gode dell’attenuante di una politica romana che sta lasciando gli enti locali alla canna del gas, ma è altrettanto vero che, da queste parti, con rarissime eccezioni, a una tassazione elevata non corrispondono servizi degni di tal nome: si pensi ai trasporti, praticamente da terzo mondo, al servizio di raccolta rifiuti e di igiene urbana, che in alcune realtà non è neanche garantito con continuità, la sanità che fa acqua da tutte le parti fra disservizi e sprechi, o allo stato sociale, che tranne qualche sporadica iniziativa non garantisce tutele ai tanti cittadini travolti dalla crisi economica”.

“L’ultima chiamata alle urne elettorali – chiosa Pugliese – dimostra che la disaffezione dei cittadini pugliesi nei confronti di chi in questi anni è stato chiamato ad amministrare le cosa pubblica è forte e radicata. Non è possibile continuare a chiedere ai cittadini di stringere la cinghia, di vuotare le tasche senza restituire nulla in cambio in termini di miglioramento dei servizi e della qualità della vita. Occorre un cambio di passo prima che sia troppo tardi, prima che il disagio sociale diventi incontenibile e irreversibile”.