La signora Titti è iscritta all’ex ufficio di collocamento, nella graduatoria dell’ex Art. 16 della Legge 56/1987. La sua storia ve l’abbiamo raccontata. Da dieci anni a questa parte ha scalato davvero pochissimi posti in questa graduatoria nella speranza di un’assunzione e per questo si chiede a cosa serva realmente questa “classifica”, se poi tutto è immobile.

La graduatoria è infatti bloccata e abbiamo chiesto delucidazioni al centro territoriale per l’impiego della (ex) Provincia di Bari. Fernando Guido, dirigente del settore lavoro della Città Metropolitana di Bari ci ha spiegato quanto segue. “L’articolo in questione, il numero 16, prevede che un ente pubblico che voglia assumere un lavoratore di categoria B, con il requisito del titolo di studio della scuola dell’obbligo, fa richiesta all’attuale centro per l’impiego. Dopodiché l’ufficio di collocamento prende il primo in questa classifica e avvia il procedimento. Quindi l’ente pubblico fa la sua selezione e decide se assumere o meno”.

Ma sarebbe meglio dire che assumeva, dato che con il passare del tempo le cose sono cambiate. “Negli ultimi anni ci sono state massimo due assunzioni all’anno – sottolinea Guido – ma questo non significa che non debba più esserci la graduatoria perché si assume poco. Al contrario, la legge impone che esista”. E pensare che nel lontano 1988 dalla prima graduatoria furono assunte novanta persone con la Legge 56. Il problema, ad oggi, non è di natura burocratica, per cui la petizione fatta dalla signora Titti non avrebbe molto senso, secondo quanto testimoniatoci dal dirigente.

“Comprendo lo sfogo e sono solidale con la signora – conclude Guido – ma più di tanto non si può fare. Il problema è a livello nazionale, se fosse stato interno l’avrei risolto io. Per ora ci sono i blocchi delle assunzioni, ma comunque consiglio a chi ne avesse bisogno di fare domanda. Alla fine non costa niente. E un giorno tutto potrebbe essere sbloccato e la gente tornerà ad essere assunta”.