Il Made in Italy pugliese sotto i riflettori: ora anche un master internazionale contribuisce a dare lustro alle imprese di casa nostra.
Il master, tutto on line, è quello in Global Marketing, Comunicazione & Made in Italy, frutto della collaborazione pluriennale tra il Centro Studi Comunicare l’Impresa e la Fondazione Italia Usa. Un progetto cresciuto nel tempo, anche grazie ad avalli istituzionali sempre più prestigiosi. L’ultimo dei quali è il riconoscimento ottenuto dalle Nazioni Unite tramite il programma UNAI – United Nations Academic Impact, il progetto lanciato dal segretario generale Ban Ki-moon qualche anno fa, che seleziona un numero limitato di istituzioni accademiche in tutto il mondo. Prima di questo però, il master godeva già dell’adesione del ministro dell’Università Stefania Giannini che ha voluto tributare il suo personale riconoscimento al progetto formativo. E anche la Camera dei Deputati ospita regolarmente da tempo cerimonie di premiazione di giovani laureati, imprenditori e professionisti coinvolti nel master.

Questo osservatorio privilegiato del Made in Italy ha, da oggi, un contenitore in più, un vero e proprio ‘Speciale Puglia’. Lo scopo è quello di ‘scovare’ le realtà aziendali più rappresentative, le eccellenze imprenditoriali della nostra regione, da mettere in giusta mostra nei mercati internazionali . D’altro canto, il momento è propizio: grazie anche agli indici economici in ripresa (vedi il boom del turismo estivo quest’anno) il brand ‘Puglia’ è sempre più pregiato, e non solo nei confini del Belpaese.
Merito non solo delle masserie vip, scelte da magnati, reali e divi del cinema per celebrare matrimoni a volte sontuosi, con un’ampia eco mediatica in tutto il mondo.
Sono tante le realtà pugliesi, a volte piccole dal punto di vista dimensionale, che sono però capaci di imporsi all’attenzione dell’economia mondiale in settori diversi: turismo sì, ma anche agroalimentare, meccanica, tessile/moda, calzature, alta tecnologia, e via esportando.
L’inserimento nell’osservatorio virtuoso gestito dal Master però non può essere acquistato. Innanzi tutto l’impresa deve essere individuata come potenziale beneficiaria di un voucher erogato dalla Fondazione Italia USA. Deve cioè essere considerata ad ‘alto potenziale’ dalla istituzione che promuove il progetto, affermata da sempre sui mercati globali e partecipata sin dalla sua creazione dall’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma. Soltanto dopo, l’azienda prescelta potrà partecipare attivamente al progetto, fruendo del voucher. Così avrà la possibilità di gestire attivamente la propria immagine, ottenendo la visibilità migliore e sviluppando una strategia di penetrazione nei mercati internazionali grazie anche all’apporto di un pacchetto di strumenti innovativi.
Intanto, tra le strutture individuate nei settori trainanti del Made in Italy di casa nostra, c’è la Di Leo Biscotti, vincitrice di diversi premi negli ultimi anni, tra cui “Parola d’Impresa”, il premio al miglior progetto di comunicazione pubblicitaria su carta stampata e web per le PMI. Poi Tagliatore, l’azienda di moda di Pino Lerario, già affermata sui mercati internazionali, nota anche per essere stata scelta per gli abiti maschili di uno dei film della saga di Batman. La TCT di Brindisi, invece, è leader nella produzione di cabine elettriche prefabbricate, ed è presente sui mercati arabi. E la GLOB ECO guidata da Loredana Lezoche, a Molfetta, innovativa quanto a progetti e idee nel campo del riciclaggio dei rifiuti. Sono solo alcuni degli esempi di una terra ricca di inventiva.
Ma questa volta, con il logo delle Nazioni Unite a fare da ‘sigillo’.