Nel secondo trimestre 2014 le imprese attive sono diminuite dell’1,3% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Un calo riferito fondamentalmente alle piccole imprese e a quelle individuali, ma che coinvolge, in maniera sempre più estesa, anche le medio grandi. A renderlo noto è Giovanni Forte Segretario Generale Cgil Puglia.

Ai noti problemi dell’ILVA di Taranto e del suo indotto (che coinvolge oltre 10.000 lavoratori) si aggiungono nuove emergenze occupazionali: Ansaldo Caldaie, Solage, BFM, Sangalli, Ecoleader, Matarrese, Legno Arredo, Service Imballaggi. La crisi ha colpito anche Euronics, Auchan, Trony, Conad, Mercatone Uno, Coin, Fiera del Levante, in aggiunta a OM Carrelli e Miroglio.

In bilico ci sono 15 mila lavoratori che rischiano di non avere più un’occupazione perché le aziende stanno chiudendo o stanno riducendo il personale.

Dal 2008 il tasso di occupazione il tasso di occupazione della Puglia è sceso dal 46,7% al 41,3%, sono stati persi oltre 6 punti percentuale. Lo stesso raffronto vale anche per il numero degli occupati: nel 2008 erano oltre 1 milione e 287 mila. A distanza di sei anni, quindi nel 2014, gli occupati sono scesi a 1 milione e 146 mila.

L’insieme di questi dati ci mostra che i settori produttivi pugliesi sono deboli perché hanno perso competitività. Da un lato non c’è richiesta di prodotto e dall’altro il prodotto è scarsamente innovato perché a basso contenuto tecnologico.

I lavoratori impegnati quotidianamente in iniziative di lotta difficili davanti alle aziende e per strade non possono essere lasciati soli. Al Presidente Vendola la Cgil chiede quindi che convochi un vertice con le rappresentanze sociali e i Parlamentari, al fine di individuare proposte e soluzioni atte a dare risposte alle crisi e a sostenere l’occupazione.