Da quando è scoppiata la pandemia del coronavirus, con il numero di morti e positivi che si è messo a crescere velocemente, è apparso subito chiaro che la speranza di uscirne è nelle mani di medici, infermieri, operatori della sanità, personale del 118. Loro sono “i nuovi eroi”. Lo scrivo tra virgolette, perché in realtà lo erano già prima che succedesse tutto questo casino, solo che un manipolo di beoti li prendeva a calci e pugni, qualche demente gli ha pure sputato addosso nel bel mezzo dell’isteria collettiva da covid-19.

I più per fortuna hanno capito; altri si sono rimboccati le maniche, in qualche modo hanno e stanno tentando di alleviargli la fatica. Fiori regalati per la festa della mamma, zeppole il 19 marzo per San Giuseppe al Miulli e all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII, panzerotti, senza dimenticare quanti si sono ingegnati per produrre valvole utili a convertire maschere da snorkeling, o il rianimatore barese Marco Ranieri che è riuscito a collegare due pazienti a un solo ventilatore polmonare. Insomma, l’emergenza in qualche modo ha tirato fuori il meglio da tanti.

Davanti al Policlinico, dove qualche giorno fa tre medici sono risultati positivi al coronavirus, gli ultras del gruppo “Re David Bari” hanno affisso uno striscione: “Non calciano un pallone…i nostri fuoriclasse hanno il camice banco e salvano persone”. Nei giorni scorsi, i Bull Dog 1991 hanno inviato ruote di focaccia all’ospedale San Paolo, solo per citare alcune delle tante iniziative che si sono moltiplicate a macchia di leopardo da parte di semplici cittadini.

E tutti gli altri che fine hanno fatto? La domanda nasce spontanea. Sì, perché esclusa l’iniziativa di qualche singolo consigliere comunale, il resto delle istituzioni non impegnate direttamente in prima linea nella gestione dell’emergenza sembrano scomparse nel nulla. Non mi risulta, ma potrebbe essere sfuggito nel flusso ormai vortico delle notizie, che sia mai stato dato impulso a qualche forma di sostegno, che ne so, per esempio al 118.

Gli “omini Michelin” che vedo sfrecciare a bordo delle loro ambulanze rischiano ogni giorno, qualcuno è già risultato positivo, devono fare i conti con le mascherine contate, con i dpi non idonei, con quanti gliene fanno sprecare dichiarando falsi sintomi quando chiamano la centrale operativa, eppure sono sempre lì, in prima linea, hanno anche realizzato un video per ricordare che ci sono sempre quando serve, e la sola cosa da fare è quella di rimanere in casa.

Flash mob sui balconi a parte, droni a parte, blitz in lungo e in largo a parte, polemiche a parte, in questo momento tutti dobbiamo fare la nostra parte. Banca Popolare di Puglia e Basilicata ha donato 100mila euro all’ospedale della Murgia, l’Automobil Club ne ha dati 10mila alla Protezione Civile. Due casi, non gli unici, non gli ultimi, speriamo. Qualcuno deve ricordare a se stesso che guidare una comunità, una società pubblica o privata, essere un’autorità, significa anche essere un esempio da seguire. Meglio ancora, emulare.