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Sembra un nonsense, ma al contrario è una delle maggiori piaghe del servizio di emergenza e urgenza: la chiamata inopportuna. Il caso in esame è avvenuto alcuni giorni fa, nel centro di Bari.

È notte fonda. L’equipaggio si mette in ambulanza e cerca di raggiungere nel più breve tempo possibile l’indirizzo fornito dalla Centrale operativa del 118. L’uomo, un 40enne, dice di avere un dolore al petto e poi al braccio, con l’aggravante della difficoltà respiratoria. Tutto pronto per l’infarto, invece, il soccorritori scoprono che il “paziente” in realtà aveva solo la febbre bassa. Il termometro non arrivava a 37.

Il fenomeno è particolarmente preoccupante e spesso causa grossi disagi nella distribuzione dei mezzi di soccorso sul territorio, esponendo gli operatori alle aggressioni di chi non tollera ritardi nell’intervento. Succede che l’ambulanza arrivi a casa di chi in realtà vuole essere misurato la pressione perché non gli funziona più la macchinetta, ma la situazione più emblematica è rappresentata da pazienti cronici e non che si fanno trovare sull’uscio di casa con le valigie, pronti per essere ricoverati.

Un modo per sottoporsi agli esami senza passare dal Cup. La casistica passa dai due giorni di stitichezza al mal di pancia per intolleranza alimentare, dalla caviglia slogata al bernoccolo. Alcune situazioni sono particolarmente grottesche, come quando gli utenti piuttosto compongono il 118 solo per avere un passaggio in ospedale invece di chiamare un’associazione privata.

Senza il pagamento del ticket difficilmente il problema potrà essere risolto. È tutto gratis, quindi ci si fa prendere la mano, anche quando il codice non è neppure lontanamente vicino al verde, al massimo bianco. Succede per il 118 quello che fino a qualche tempo fa accadeva ai Vigili del Fuoco, chiamati in continuazione ad aprire la porta al pirla che aveva lasciato la chiave dentro casa. Poi si è passati alla ricevuta da 250 euro e le aperture delle porte sono diminuite in maniera esponenziale.

L’emergenza è un’emergenza, c’è poco da fare, ma la chiamata “a tromba” in alcuni casi è persino criminale, perché priva il territorio del mezzo di soccorso nei casi in cui c’è davvero bisogno. Altro che numero unico per le chiamate, in questo momento c’è bisogno di un intervento deciso per limitare gli abusi.