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Lui si chiama Michele Santeramo, è il segretario regionale pugliese della Ugl Trasporti, invitato a non occuparsi più dell’azienda pubblica in cui lavora sua figlia. Lei è Barbara, nominata dirigente amministrativa qualche giorno dopo aver conseguito la laurea. L’azienda è la STP, la Società Trasporti Provinciale.

Sulla faccenda della promozione abbiamo scritto recentemente e la notizia ha fatto molto scalpore. La nomina è arrivata nell’ultima seduta di un Consiglio di amministrazione agli sgoccioli del suo mandato e per di più senza un concorso, neppure una selezione interna. Niente. Dopo la scalata, parametro su parametro, la dottoressa Santeramo diventava dirigente, il massimo della carica a cui un dipendente può aspirare, con il conseguente aumento in busta paga.

Un revisore dei conti, è riportato nel verbale di quella seduta, fa notare come nel curriculum della dottoressa emerga chiaramente il recente conseguimento della laurea. Per di più in una materia non economica, cosa abbastanza basilare se il tuo compito è la la direzione amministrativa.

Il colpo di scena arriva nella comunicazione ufficiale che i sindacati scrivono per ottenere la procedura di raffreddamento e conciliazione in Prefettura. In ballo ci sono i contratti coi lavoratori interinali, ma anche la specifica richiesta di conoscere quali siano stati i motivi per cui sia stata assegnata la dirigenza amministrativa senza un regolare concorso, come previsto dalla normativa.

Su quella lettera non manca la firma della Ugl, il sindacato diretto da Michele, papà di Barbara. Siamo certi non debba essere stato facile. Qualcuno dice che il sindacalista non aveva alternative, che la storia era troppo grottesca per passare inosservata. Per quanto ci riguarda, invece, in un Paese come l’Italia, in cui l’irregolarità sta diventando pian piano regola, prendiamo questo gesto come un grande esempio da seguire. Non siamo a prescindere contro le brillanti carriere dei figli di…, ma in ogni caso per il rispetto delle leggi. Probabilmente Barbara non avrà gradito, ma l’esempio più grande Michele lo ha lasciato proprio a sua figlia e alla politica. Sì, alla politica locale, tanto narcotizzata da non rendersi neppure conto di quanto stia accadendo in quella che un tempo era un’azienda pubblica florida.