Il ministero dell’Economia avrebbe inflitto una bocciatura all’amministrazione comunale, sollevando dubbi anche sulla corretta gestione di certi incarichi e appalti. Così fosse sarebbe un colpo durissimo, ma il condizionale è d’obbligo. Sì, perché ormai la relazione del ministero dell’Economia e delle Finanze sui risultati dell’ispezione fatta al Comune di Bari circa nove mesi fa, sta diventando un casus belli.

Ciò che circola nei corridoi di Palazzo di Città rientra nell’alveo delle voci oppure si tratta di elementi concreti? A dirla tutta, pare non sia pubblica perché qualcuno abbia deciso di metterla al sicuro, lontana da occhi indiscreti, proprio dopo averne constatato il contenuto. Persino i consiglieri comunali, tanto quelli di maggioranza quanto i colleghi d’opposizione, non hanno alcun riscontro di quella relazione. D’altro canto, fossero state tutte rose e fiori siamo certi sarebbe stata organizzata una conferenza stampa, esattamente come succede per mostrare progetti, stato dei lavori, proclamare i faremo o annunciare guerre a zozzoni e portoghesi.

Se chiedi civiltà e rispetto ai baresi, non puoi permetterti di occultare documenti di questa rilevanza. Attenzione, sempre che quella relazione esista davvero e sia stata comunicata al Comune di Bari. La solita guerra tra il predicar bene e il razzolar male, malissimo in alcuni casi. A beneficio di chi non sa di che parliamo, cerchiamo lumi sull’attività ordinaria del ministero, toccata a Bari così come in passato è stata la volta di altri comuni italiani. Sembrerebbe, poi, che la relazione sia stata messa nel dimenticatoio per evitare di solleticare le fantasie dei concorrenti più agguerriti alla poltrona di presidente dell’Anci, tanto ambita dal sindaco Decaro. In questo caso – ne siamo convinti – si tratta sicuramente solo di voci da bar.

In quella relazione magari ci sono pure i costi aggiuntivi, oltre ogni ragionevole sopportazione, del ponte strallato da cui si può ammirare dall’alto la bellezza mozzafiato di Bari. Oppure ci sono alcune assunzioni avvenute forse troppo a cuor leggero. Solo allusioni, perché la relazione ci sarebbe, ma non si vede. O non c’è affatto? Non si sa neppure se il ministero l’abbia inviata al sindaco, al direttore generale, al segretario comunale e, nel caso, certamente al collegio dei revisori dei conti. Fa specie constatare come in molti non percepiscano l’importanza della faccenda.

L’unico a chiedere ufficialmente di conoscere i risultati di quella ispezione ordinaria del ministero, è stato il presidente del Consiglio Comunale barese, del Partito Democratico non certo un “maledetto” grillino. Un’interrogazione fatta ormai qualche tempo fa. Pasquale Di Rella scrisse a Decaro, al segretario generale, al direttore generale, al Collegio dei revisori dei conti. La richiesta, però, è rimasta inevasa. Sarà stato per l’incombere delle vacanze estive. Dalla ritrovata vitalità delle pagine Facebook, però, possiamo dedurre che la stragrande maggioranza degli amministratori baresi sia tornata al lavoro.

Vorremmo tanto smentire quelle voci di corridoio e per questo facciamo quattro domande e una proposta. Quella relazione c’è o non c’è? Se c’è, qual è la data in cui è stata trasmessa al Comune? Fosse arrivata, perché non è stata ancora protocollata? Se non c’è, invece, perché non si preme per averla in modo da riferirne i contenuti ai cittadini ei consiglieri comunali baresi? Nei comuni oggetto della stessa ispezione in passato, la pubblicazione del documento è avvenuta nel giro di pochissimi mesi.

I consiglieri comunali, poi, a breve saranno impegnati a discutere in Consiglio le eccezioni sollevate dalla Corte dei Conti. Conoscere i contenuti dell’accertamento ministeriale sarebbe fondamentale per avere più chiara la situazione. Infine, ci proponiamo di pubblicare il documento in versione integrale, in modo da segnalarne le contestazioni – qualora ce ne fossero davvero -, ma anche le sottolineature positive fatte dagli ispettori del ministero dell’Economia e delle Finanze. Non abbiamo le restrizioni di spazio di un giornale, i problemi di tempo di un’emittente televisiva o i limiti imposti dalla diffusissima etichetta politica. Pubblichiamo ciò che è giusto i baresi sappiano e quella relazione deve essere pubblicata.