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Se non fossi stato insieme ad altri due colleghi non avrei mai scritto questo pezzo. Sarei stato preso per matto, seppure in tanti sono convinti che sia fuori come un cavallo indipendentemente da ciò che scrivo. Quello che è successo ieri pomeriggio in via Papa Pio XII, a Bari, tra le 17.30 e le 18.45, è lo specchio di una città malata, menefreghista e strafottente, in cui nemmeno la presenza della forza pubblica è un deterrente.

Sei vigili urbani sono impegnati in una situazione delicata. Stanno convincendo una persona evidentemente fuori di testa (apparentemente più di quanto non lo sia io) – probabilmente sotto l’effetto di chissà quale droga – a salire in macchina con loro. L’auto della Municipale è parcheggiata di traverso, in modo da bloccare l’eventuale fuga. Per oltre un’ora, prima dell’arrivo degli agenti, chiamati più volte, insieme ai colleghi abbiamo cercato di calmare l’uomo, riuscendo a non farlo salire in macchiana. Avrebbe potuto compiere una strage in quello stato.

La notizia, però, non è tanto la riuscita dell’operazione “Andrea calmati dobbiamo portarti in ospedale”, piuttosto ciò che è successo in presenza dei sei agenti. Un paio di inversioni a U e poi auto in doppia fila come se piovesse, compresa quella della signora col suv (una BMW) al cellulare, incurante dell’uomo imprigionato alla sua destra che continuava a suonare per attirare la sua attenzione. Una serie impressionante di effrazioni compiute sotto gli occhi degli uomini in divisa, fino al momento conclusivo del film tragicomico di cui siamo stati spettatori increduli.

Arriva un uomo sulla sessantina con la sua Volkswagen. La piazza di punta contro il marciapiede, affiancando l’auto dei vigili su un posto riservato ai disabili. Naturalmente non ha il pass. Accende la sua autorizzazione: le quattro frecce.  Tutto questo mentre gli agenti sono quasi riusciti a convincere l’esagitato ad andare con loro al Comando. Il traffico è rallentato. L’automobilista ha una bustina in mano. Si dirige dall’altro lato della strada e citofona al portone accanto alla Farmacia. Aspetta che qualcuno gli apra, evidentemente sale per lasciare la bustina. Dopo qualche minuto ricompare, incurante del parcheggio a membro di segugio davanti a pubblico ufficiale e dei disagi causati.

Rimessosi al volante non abbiamo resistito, siamo andati a complimentarci con lui per la strafottenza, l’incuranza, l’assoluta mancanza di senso civico e di rispetto verso chiunque il quel momento. La sua risposta? Il più classico: “Cosa c’è di male? Sono stato solo cinque minuti”. È tutto sbagliato, compreso il fatto che un uomo più che “maturo” non capisca l’inappropriatezza del suo comportamento.