Dopo mesi e mesi di articoli sulle auto di servizio delle forze dell’ordine messe a membro di segugio, siamo probabilmente arrivati a capo delle ragioni profondissime che spingono certi uomini in divisa a parcheggiare l’auto in divieto di sosta: evitare che altri possano abbandonare il proprio mezzo nello stesso modo. Prevenzione, insomma.

I casi più emblematici restano quelli dei due poliziotti davanti alla rampa per disabili; delle decine e decine di vetture di servizio e personali degli agenti di Polizia municipale riuniti in assemblea all’hotel Nicolaus di Bari, oltre al best seller: il capitano dei Vigili baresi con l’auto sugli stalli per i motorini e per di più con la parte anteriore sinistra in mezzo alla strada e la faccia tosta di negare l’evidenza.

Le ultime segnalazioni arrivano da Adelfia. Nel gruppo Facebook “Adelfia senza censura” compaiono due mezzi di servizio della Polizia Municipale sistematem in ore e giorni diversi, evidentemente in divieto di sosta. Sui parabrezza la multa non c’è. Da una serie di circostanze e da alcune delle testimonianze raccolte, sembra proprio che i tutori della legge non fossero impegnati in emergenze tali da giustificare la sosta selvaggia. Restiamo a disposizione del Comando della Polizia Municipale di Adelfia per ogni eventuale chiarimento.

Come si può pretendere il rispetto della legge se, per primo, chi è chiamato a farla rispettare, non si comporta di conseguenza? Ricordo, invece, lo zelo e la solerzia di un vigile in occasione del passaggio di una processione in via Vittorio Emanuele II. Il divieto di sosta iniziava alle 18. L’agente provvide a elargire verbali – senza neppure un fischio – già dalle 18.01. In questo caso la testimonianza è diretta, come quell’altra volta che il vigile autorizzò la sosta per scaricare delle merci poco più avanti il bar Vittoria e subito dopo il collega, provvide a elevare il verbale.