Consiglio Metropolitano

In attesa di capire davvero come il Consiglio Metropolitano riuscirà ad essere decisivo e determinante per la vita dell’Area Metropolitana (un vasto territorio che in pratica coincide con la vecchia Provincia di Bari), vorremmo sommessamente sollecitare il sindaco Antonio Decaro circa il nascente Statuto Metropolitano, per il quale è stata creata apposita Commissione, presieduta da Alfonsino Pisicchio, affinchè si eviti l’obbrobrio di non rendere incompatibili i Consiglieri Metropolitani (che sono già Consiglieri Comunali) con il Consiglio Regionale.

Lo Statuto, a nostro avviso, deve evitare che un Consigliere Comunale che sia anche presente nel Consiglio Metropolitano possa poi essere anche presente nel Consiglio Regionale, cumulando così tre incarichi. Al momento, per quel che ci è dato sapere, nessuno si sta preoccupando di questa importante questione. Poco importa che l’incarico al Consiglio Metropolitano sia privo di costo per la comunità o che il Consigliere, una volta eletto in regione, dichiari di rinunciare all’indennità. E’ il cumulo di cariche che va evitato.

Oggi è già abbastanza controproducente che un Consigliere Comunale possa anche essere Consigliere Regionale (e su questo si potrebbe intervenire sugli Statuti comunali, se questo fosse meno complesso o farraginoso rispetto a quello regionale). E il disamore che gli elettori stanno dimostrando ogni giorno di più nei confronti della politica e degli strumenti che la democrazia ci offre per governare il bene comune, merita un gesto di amore per le istituzioni: rendere incompatibili le due cariche.

Qui non è solo una questione di costi o indennità. Si tratta di dimostrare praticamente che cumulare due cariche così diverse (senza citare la favoletta del “posso fare di più per la mia città se resto anche in Regione”) è controproducente per entrambe le amministrazioni e per la cittadinanza.

E dunque, che lo Statuto Metropolitano se ne occupi quanto prima: altrimenti siamo davvero autorizzati a pensare sia solo la solita passerella per politici di lungo corso, con il posteriore saldato a una poltrona, purchessia.