La lettera che il papà “cazzone” ci ha inviato ha fatto il giro della rete. Più di 5.000 visualizzazioni e 400 condivisioni in un giorno. Il segno tangibile di quanto ai baresi, ormai stufi delle promesse non mantenute, stiano a cuore le sorti dell’ex Caserma Rossani. Non vorremmo essere nei panni del sindaco di Bari in questo momento. Decaro è in mezzo a due fuochi. Da un lato c’è chi crede nell’occupazione a qualunque costo, purché quegli spazi vengano utilizzati, per la serie: meglio quello che niente; dall’altro ci sono i garantisti che non tollerano l’autogestione della Caserma. La guerra tra sostenitori del verde pubblico e della cultura contro i palazzinari è sempre d’attualità.

Del resto, della Rossani si può fare qualsiasi cosa, volendo. Sarà per questo, per non scontentare nessuno, che ancora non c’è una visione programmatica? Per ora solo tanto fumo, qualche progetto (in alcuni casi molto contestato). Più volte in passato abbiamo sostenuto la causa di chi ha occupato. Ci è sembrato giusto sottolineare come possa essere sufficiente meno di quanto si possa pensare per rendere vivibili quei luoghi in attesa del recupero definitivo. Intanto c’è da decidere cosa farne. Ora.

Mettiamo il caso – solo per un attimo – che il nostro papà sia anche un rappresentante delle istituzioni. Può un assessore, un consigliere comunale, un dirigente qualunque, accompagnare suo figlio a una festa organizzata nella ex Caserma Rossani? Il nostro papà è combattuto. Il figlio frequenta quel posto; i soldi del contributo libero per assistere al film, al concerto o a qualsiasi altro evento organizzato lì dentro glieli ha dati lui, fermo restando che in qualche occasione il contributo non è poi così libero (e non ce ne vogliano gli organizzatori perché lo abbiamo verificato personalmente).

Il padre, però, è anche rappresentante delle istituzioni e quindi di tutti i cittadini. Dovrebbe provvedere allo sgombero, mettere in sicurezza almeno uno dei fabbricati, per poi farci rientrare chi occupa, compreso suo figlio.  Se, malauguratamente, dovesse succedere un infortunio, o qualcosa di più grave, chi ne risponde? Che ci piaccia o no ci sono delle regole e delle prassi dettate semplicemente dal buon senso che vanno rispettate, tanto dai palazzinari, quanto dai genitori, ma anche dai rappresentanti delle istituzioni e dai componenti dei collettivi. Chiudere gli occhi e far finta di niente non fa bene a nessuno, così come non serve neppure mettere alla porta due assessori del Comune che hanno chiesto di entrare nella Rossani occupata. Sindaco, ci faccia capire realmente cosa ne vuole fare del casermone e ci dica da che parte sta. Finora non lo abbiamo capito e questo ha generato diversi malintesi.