San Nicola, prega per noi. Nonostante le preghiere, però, dobbiamo rassegnarci al fatto che neppure il Santo che può tutto riuscirà a guarire il calcio. Non potrà farlo nemmeno nella sua maledetta città. Ciò che è successo ieri durante la partita tra il Bari e l’Avellino è la sintesi del peggio che può offrire il pallone nostrano. Ci fossero stati i coltelli il quadro sarebbe stato completo. L’esplosione delle bombe carta e i lanci dei seggiolini sono la fotografia della frustrazione del tifoso, seppure munito di tessera, e dell’incapacità o la volontà del sistema di arginare davvero il fenomeno della violenza. È vero, non si può generalizzare, a iniziare sono stati i campani. Leggeremo che si tratta dei soliti imbecilli e delle loro madri sempre in gravidanza. È anche vero, però, che neppure la parte sana della tifoseria riesce a trovare la forza di isolarli questi animali da stadio; gente capace di trasformarsi in bestie affamate solo indossando una semplice sciarpa al collo o un cappello in testa.

Chissà se Paparesta non abbia già iniziato a rimpiangere la scelta di aver investito, insieme ad altri (lui dice da solo), nella squadra della sua città, in generale nel mondo del pallone. Del resto, se in campo gli esempi continuano a essere quelli più beceri, cosa dovremmo aspettarci. Neppure le acredini più radicate tra tifoserie devono arrivare a tanto. E per fortuna non ci è scappato il ferito. Un elemento non da poco per tranquillizzare coscienze per la verità mai troppo tribolate. Su tutti i giornali si esalta la tifoseria biancorossa, quella più numerosa d’Italia in fatto di abbonamenti nella serie cadetta. Tutto molto bello. Non possono bastare i numeri. Più persone allo stadio vuol dire anche più senso di responsabilità da parte di tutti, senza paura di deludere nessuno. Il bene e la sicurezza di chi vuole vedere solo una partita di calcio, magari insieme a tutta la famiglia, viene prima di qualsiasi cosa, anche dei bilanci. In attesa di reali controlli all’ingresso degli stadi, possiamo continuare tutti a mangiare banane a volontà.