Gentile Onorevole Elena Gentile, non è riuscita a trattenere le lacrime mentre annunciava il suo commiato dalla regione Puglia. Ha ringraziato il Presidente Nichi Vendola che dal 2005 ad oggi l’ha voluta in giunta prima ad occuparsi del Welfare e poi anche della Sanità Pugliese.

Nessuno può negare gli sforzi da lei compiuti o dai suoi tre predecessori (mentre restiamo in attesa di vedere quelli che saranno compiuti dal suo successore, Donato Pentassuglia) per tentare di rimettere in sesto il settore più complesso, disastrato e costoso di tutta la regione, la Sanità.

Sforzi che però non sono riusciti a smuovere i macigni piantati lungo il suo cammino e quello delle migliaia di pugliesi che hanno bisogno di cure e assistenza. Sforzi che da un lato tagliano posti letto e chiudono ospedali e dall’altro non riescono a estirpare il cancro della politicizzazione e dell’intromissione di interessi particolari, privati, personali addirittura: un cancro che uccide la bona gestio e fa crescere a dismisura il carrierismo interessato di troppi manager con scarso o nullo curriculum.

Vi sono cause strutturali dello sfascio generalizzato della sanità pugliese che, al momento, nessun governo di qualunque colore è riuscito a eliminare. L’emergenza è tale che la comunità politica regionale dovrebbe sentire nella sua interezza l’esigenza morale di mettervi mano, in modo defintivo e convinto. Cara Onorevole, lei oggi ha ricordato il suo passato di pediatra che “da troppi anni non indossa più camice e fonendoscopio”. E dunque, da medico di base, da sempre abituata alle frontiere più perigliose dell’assistenza sanitaria, lei avrebbe dovuto sapere cosa davvero interessa ai cittadini.

Ai cittadini interessa ricevere prevenzione e cura in modo rapido, chiaro, dignitoso e pulito. E invece le liste di attesa sono sempre lunghissime, anche per esami e diagnostiche che possono salvare le vite. Ai cittadini interessa poter contare su un servizio di pubblico soccorso gratuito, trasparente, sicuro ed efficiente, così come un pronto soccorso dove non si venga parcheggiati per ore su una barella. Ai cittadini interessa che dalla città metropolitana alla più piccola delle tante contrade delle nostre province, vi sia stessa qualità, stessa affidabilità, stessa serenità nel consegnare le vite proprie e di chi ci è caro nelle mani di medici e sanitari, senza cercare la “raccomandazione” o peggio intraprendere viaggi lontani.

Se Lei piange perchè abbandona la trincea e si ritira su fronti più tranquilli per la sua carriera politica, noi vorremmo invece che le Sue lacrime fossero originate dalla consapevolezza di aver, in gran parte, fallito il Suo mandato e di aver lasciato al suo successore Pentassuglia, una enorme gatta da pelare.

E non la consolerà più di tanto sapere che il fallimento non è solo il Suo o del governo Vendola. Ma è di tutta una classe politica , regionale e nazionale, che dopo aver invaso ogni più piccolo recesso della quotidianità ordinaria, oggi fa pagare a tutta la comunità il prezzo altissimo di una salute poco tutelata. Per cui, gli auguri, più che a Lei, vanno fatti a tutti noi pugliesi che qui restiamo. A combattere per il nostro diritto alla salute.