In questi mesi abbiamo lavorato duramente su più fronti, lo abbiamo fatto grazie alle decine di persone che ci hanno sempre sostenuto e a quelle che si sono ricredute in corso d’opera. Il mondo non si cambia, ne siamo convinti, ma i piccoli e grandi sistemi territoriali – non sempre virtuosi – possono essere stravolti con la verità, con i racconti di chi ha il coraggio di denunciare storture e abusi perpetrati dai signori con le mani in pasta; da quelli che tentano di acquistare con incarichi, consulenze e pubblicità le notizie più scomode.

Speriamo cambi sia il 118 sia la gestione, per ora lacunosa e particolarmente allegra, della Fondazione Petruzzelli. Sono i temi a noi più cari, quelli su cui abbiamo speso gran parte delle nostre energie. Ragionier Longo, direttore amministrativo della Fondazione Petruzzelli, forse ora una risposta la meritiamo. Non siamo più un blog – seppure con quasi 500 mila visite accertate nell’ultimo trimestre (148mila su Bari). Siamo un giornale vero. Siamo giovani, probabilmente non faremo opinione come chi se ne va con l’edizione cartacea sottobraccio da esibire nelle stanze del potere. Non siamo certo uno di quei giornali che vengono accreditati per fama, ma siamo un vero giornale. Abbiamo scoperto che in certi ambienti l’abito fa il monaco.

E allora eccolo qua il nostro abito della domenica, della festa. Le piace? Prima, però, risponda alle decine di quesiti sollevati in queste ultime settimane. Gliene pongo un altro proprio in tema di accrediti. Perché per noi i lasciapassare sono sempre esauriti? Ovviamente ci saremmo cambiati d’abito con o senza il suo silenzio, perché per questi cambiamenti ci vuole molto lavoro e molto tempo. In maniera altrettanto ovvia poniamo le stesse domande anche a Michele Emiliano, a Francesco Schittulli, ad Alessandro Ambruosi, a Silvia Godelli, Nuccio Altieri e, non per ultimo, al commissario Carlo Fuortes. Non vogliamo risposte scontate, ma puntuali, coraggiose, su quale debba essere il futuro del teatro parapubblico coi soldi pubblici.

ll nostro punto di forza sono i lettori. La gente comune che ci chiede di andare avanti. Uno di quei 4 giovani disoccupati su 10 che vuole sentire parlare di lavoro; gli indignati dagli sprechi della pubblica amministrazione; gli appassionati delle notizie fuori dal coro. Grazie a tutti voi per l’affetto e la fiducia che ci avete dato finora. Il cambiamento in gran parte è per voi, per assicurarvi uno strumento più affidabile ed efficace e perché no, più gradevole.

Non siamo un blog, ma vogliamo ospitare chiunque voglia dire la sua in una sezione apposita. Segnalateci ciò che non va, diteci delle vostre passioni, della vostra visione della città, fateci sapere ciò che vi passa per la mente. Fatelo scrivendoci anche le vostre impressioni su ciò che siamo diventati. Ciò che non muta di una virgola è la voglia di incidere sul territorio. Ci trovate sempre al solito indirizzo ([email protected]), indipendentemente dalla parte della barricata che occupate.

Cominciamo da Bari, ma a rotazione tutto il network subirà questa profonda trasformazione, con la nascita di altre redazioni.