Foto Facebook di Nicolina

La morte di Nicolina Pacini è forse anche colpa della burocrazia italiana e non solo della follia omicida dell’ex compagno della madre. Questa notizia, diffusa dal giornale La Nazione, è una tesi dei legali dello studio Cimino di Roma che, a titolo gratuito, tutelano gli interessi dei genitori della 15enne, Ezio Pacini e Donatella Rago. Secondo l’avvocato Gelsomina Cimino, il fascicolo sull’affido di Nicolina sarebbe sparito dai Tribunali dei Minori di Bari e di Firenze. Inoltre pare che non ci sia alcun documento che attesti che la giovane, assieme al fratellino 12enne, fosse stata affidata ai nonni materni.

L’avvocato Cimino ha sottolineato che, secondo alcuni dati emersi da delle loro indagini interne, il provvedimento messo in atto dal Tribunale dei Minori di Bari si sarebbe concluso con un’archiviazione, perché lo stesso si riteneva territorialmente incompetente, affidando il caso al Tribunale dei Minori di Firenze, che ha risolto anch’esso con un’archiviazione. In più nel 2013 era stata fatta una rogatoria nella quale si affermava che la residenza della ragazza fosse Ischitella e che quindi la giurisdizione dovesse essere dei colleghi di Bari. “Di questa rogatoria – ha spiegato l’avvocato a La Nazione – non c’è più traccia”. Nessuno dei due Tribunali ha preso quindi una decisione in mertito all’affido di Nicolina nonostante, secondo la Cimino, il Pm di Bari avesse espressamento chiesto che i due bambini fossero affidati a una casa famiglia e non ai nonni materni.

Quindi l’accusa dello studio legale è principalmente rivolta a entrambi i Tribunali perché, secondo lo studio legale, se avessero preso una decisione in merito, forse la 15enne sarebbe ancora viva. Da ieri sono state depositate le denunce al Tribunale di Genova contro i giudici di Firenze e al Tribunale di Foggia per le attività svolte dai colleghi baresi.