Dopo la testimonianza shock del fratello di Nicolina, anche zia Rita, cognata della nonna della ragazzina uccisa ad Ischitella, punta il dito contro la mamma della vittima. “Sarebbe dovuta morire lei, non Nicolina”, tuona senza giri di parole. “Ha la testa malata – continua – ho cresciuto cinque figli, sono andata all’inferno per loro e non li ho mai abbandonati come ha fatto lei”.

La donna è seduta fuori dalla porta della casa in cui viveva Nicolina, affidata ai nonni materni dai servizi sociali del paese foggiano. Il resto della famiglia è all’obitorio per stare vicino alla salma della ragazzina.

Rita Selvaggio, che ha frequentato pochi giorni prima della tragedia Antonio Di Paola, il 37enne ex compagno della mamma di Nicolina accusato dell’omicidio, è ancora incredula. “Sembrava normale – dice – non aveva dato segnali di squilibrio”.

Urla e disperazione, invece a casa Di Paola, dove la mamma del suicida continuava ad urlare il nome di Nicolina: “Antonio, perché l’hai ammazzata. Che hai fatto figlio mio”. Ischitella, Comune tranquillo del Gargano, è un paese distrutto dal dolore.