Alle prime luci dell’alba i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Bari e della Compagnia di Andria, col supporto del 6° Elinucleo di Bari e del Nucleo Cinofili di Modugno, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Trani, a carico di 6 soggetti finiti tutti in carcere, ritenuti appartenenti ad un gruppo criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti, avente sede nel comune di Minervino Murge e ramificato in Barletta e Cerignola.

Le Forze dell’Ordine hanno diffuso le iniziali degli arrestati, si tratta di S. F.47enne di Minervino Murge, P. A. .45enne di Barletta; D. P. N. 38enne di Minervino Murge; P. A. 50enne di Minervino Murge; N. A.47enne di Cerignola (FG) e di D.A.G. 48enne di Minervino Murge.

Il provvedimento scaturisce da un’articolata indagine svolta dalla Compagnia di Andria, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Trani, attraverso attività tecniche di intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché dinamiche, informative e di analisi, avviata a seguito dell’arresto di alcuni pusher in Minervino Murge, nell’aprile dell’anno scorso, e conclusa nell’ottobre 2016.

L’attività investigativa, portata avanti sul campo dal Nucleo Operativo della Compagnia di Andria e dalla Stazione Carabinieri di Minervino Murge, ha svelato l’esistenza nel predetto comune di un gruppo delinquenziale dedito alla gestione di alcune tra le più fiorenti piazze di spaccio della Murgia settentrionale, alimentandole costantemente con significative partite di hashish, marijuana e cocaina, approvvigionate in Barletta e Cerignola, tale da realizzare un volume d’affari illecito stimato in alcune migliaia di euro giornaliere. Le indagini hanno portato in luce anche il ruolo verticistico di alcuni soggetti, tra cui S. F., detto “u gatt”, che, nonostante fosse ristretto agli arresti domiciliari presso una Comunità Terapeutica di Cerignola, impartiva disposizioni, tramite incontri personali e comunicazioni telefoniche, a P. A. e D. P. N., affinché gestissero l’intera “filiera” dell’attività di spaccio.

Particolare il linguaggio criptico utilizzato dagli indagati per sviare gli inquirenti: sfruttando il pregiato prodotto delle rigogliose campagne minervinesi, parlavano di “olio” per indicare la quantità di stupefacente da smerciare. Tentativi vani, dal momento che l’inchiesta ha consentito di debellare il gruppo e sequestrare importanti partite di droga, tra cui una di 25 kg. di hashish custodita, appunto, in un oleificio del luogo.

Sono inoltre state accertate qualificate relazioni della consorteria murgiana in Lombardia e in Francia, attinenti al narcotraffico, e che si estendevano anche nelle rinomate spiagge della Costa Azzurra, dove la richiesta del particolarissimo narco-olio era di diverse decine di kg al mese.

L’inchiesta ha altresì individuato, in seno alla compagine, i promotori ed organizzatori, nonché gli incaricati di detenere e cedere i vari stock di stupefacenti e di provvedere al recupero dei crediti derivanti dal loro commercio.