Assolto dalla Corte d’Appello per non aver commesso il fatto, una notizie che rimetterebbe chiunque in pace con il mondo e con la giustizia, se non avesse però trascorso nel frattempo 20 in galera pur essendo innocente. Di più, pur essendo da tutt’altra parte il giorno del delitto.

L’incredibile storia di Angelo Massaro, oggi 51enne originario di Fragagnano in provincia di Taranto, inizia il 17 ottobre del 1995, quando lui ha ancora 29 anni e Lorenzo Fersurella, successivamente ritrovato col corpo crivellato di colpi, è scomparso da una settimana. Massaro parla al telefono con la moglie, sposata da poco. Quella chiamata è intercettata dai Carabinieri. Nella conversazione Massaro usa espressioni dialettali, male interpretate danno l’impressione agli investigatori che lui stia trasportando il cadavere dell’amico.

Massaro viene arrestato. Un collaboratore di giustizia racconta al processo che nell’ambiente della criminalità si parla dell’arrestato come l’autore dell’omicidio per questioni di droga. Nel 1997 Massaro viene condannato i via definitiva.

Dopo un primo rifiuto dalla Corte d’Appello di Potenza, la Cassazione accoglie la richiesta di revisione del processo e l’avvocato di Massaro, Salvatore Maggio, riesce a dimostrare che il suo assisto si trovava al Sert di Manduria per motivi personali la sera dell’omicidio. Adesso Massaro e il suo legale stanno valutando la possibilità di chiedere il risarcimento per quei 20 anni passati ingiustamente dietro le sbarre nei penitenziari di Foggia, Carinola, Taranto, Melfi e Catanzaro, privato della libertà, di una vita normale e della vicinanza con la famiglia.