L’Associazione Italiana di Fisica Medica, impegnata a Bari in un corso di formazione per medici e fisici medici che operano in Puglia, fa notare che in regione ci sono solo 8 fisici medici per milione di abitanti, la metà di quelli presenti nelle regioni più virtuose d’Italia. I fisici medici, ovvero i fisici sanitari, hanno un ruolo importante per la sicurezza dei pazienti sottoposti a radioterapia ed esami radiologici, come le radiografie: verificano e controllano che i pazienti sottoposti a esami radiologici non siano esposti a dosi di radiazione troppo elevate per la loro salute.

L’AIFM, a Bari all’Irccs Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” per un corso di formazione rivolto a medici e fisici medici che operano nella rete ospedaliera pugliese, osserva che negli ospedali pugliesi le Strutture di Fisica Sanitaria in cui operano i fisici medici sono solo 2. Il Decreto Ministeriale 70/2015, che fissa i nuovi standard di qualità ospedalieri, prevede che le Strutture di Fisica Sanitaria in una Regione vasta come la Puglia siano da 4 a 7. I fisici medici attivi nella rete sanitaria pugliese sono poco più di 30, ovvero a 8,6 per milione di abitanti, la metà rispetto a quelli delle regioni più virtuose d’Italia, come Emilia Romagna o Toscana.

Con questo corso l’AIFM intende sensibilizzare la Regione Puglia ad adeguare in tempi brevi la dotazione strutturale ed organica dei fisici medici agli standard qualitativi e strutturali previsti dal DM 70/2015. Nel frattempo la Regione Puglia ha dato il suo assenso per l’avvio di un progetto di osservazione dei pazienti pugliesi che monitori la quantità di radiazioni somministrate e i rischi cancerogeni, genetici e cardiovascolari che derivano da un’esposizione troppo elevata.

Un aspetto particolarmente importante perché l’Italia nel 2018, recependo la direttiva europea (Euratom 2013/59), dovrà adottare regole più rigide per il contenimento delle dosi di raggi X. Il corso di AIFM rivolto a medici e fisici medici pugliesi verte proprio su questa importante novità. In base alla direttiva europea, gli esami radiologici dovranno essere eseguiti in modo da ridurre le dosi somministrate e i rischi conseguenti tra cui i tumori “radioindotti”. Inoltre saranno registrate le dosi ricevute da ciascun paziente con l’obiettivo di ridurre gli esami non strettamente necessari, prescritti solo ai fini di una radiodiagnostica “difensiva”.