Un terzo del ghiaccio che viene servito nei locali pubblici non è di qualità soddisfacente e può contenere anche germi come enterococchi, batteri di origine intestinale. A evidenziarlo è una ricerca della Divisione della salute pubblica svizzera, pubblicata oggi. I ricercatori hanno esaminato la qualità microbiologica del ghiaccio aggiunto a bevande o altre derrate alimentari. E se il consiglio di evitarlo arriva dalla Svizzera, figuriamoci cosa potrebbe succedere da noi.

Lo studio evidenzia che «la qualità del ghiaccio aggiunto a derrate alimentari o bevande, principalmente in esercizi pubblici, non è soddisfacente». I altre parole sono stati registrati problemi in un locale su tre. A rivelare i dati dello studio è il presidente dello Sportello dei Diritti, Giovanni D’Agata. L’origine delle contaminazioni non è attribuibile alla qualità dell’acqua del del rubinetto, ma sono legati soprattutto alla cattiva manutenzione delle macchine per il ghiaccio.

Le mancanze più importanti riscontrate in sede ispettiva sono state infatti «l’assenza di un piano di pulizia regolare e/o di un contratto di manutenzione per le macchine del ghiaccio, ad esempio nessuna sostituzione dei tubi che se usurati possono essere facilmente contaminati». L’inchiesta condotta dagli ispettori svizzeri delle derrate alimentari, ha controllato 37 esercizi prelevando campioni dalle macchine del ghiaccio presenti principalmente in bar, osterie, ristoranti e in una sagra.

Come si apprende dal bollettino, «tredici campioni (33%) sono risultati non conformi per il superamento di uno o più valori di tolleranza. Di questi, 11 campioni sono stati prelevati in un esercizio pubblico, 1 durante una sagra e 1 in un supermercato». In dieci campioni sono stati trovati Enterococchi e/o escherichia coli, batteri di origine intestinale, anche in concentrazioni elevate (7 campioni con >30 UFC/100ml). In 3 campioni (tutti prelevati presso esercizi pubblici) è stata rilevata la presenza di pseudomonas aeruginosa, indice di una scarsa igiene di produzione e/o conservazione. Sei campioni (fra cui quello prelevato presso un supermercato) sono risultati non conformi “solo” per il superamento del valore di tolleranza per i germi aerobi mesofili».

Con ghiaccio o senza? La contaminazione del ghiaccio per uso alimentare rappresenta ”una preoccupazione sanitaria a livello mondiale”, tanto che l’OMS indica chiaramente il ghiaccio in cubetti tra gli alimenti ad alto rischio di contaminazione biologica. Anche nel nostro paese, la richiesta di ghiaccio per uso alimentare è in aumento e con il caldo aumenta il consumo di bevande con cubetti di ghiaccio che viene direttamente ingerito. Il fatto è che i rischi, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” riguardano anche il nostro Paese, in particolare la ristorazione veloce come bar e discoteche che nei drink servono ghiaccio fortemente contaminato.