Il ministero della Salute boccia il piano di riordino strutturato dalla Regione per gli ospedali di Puglia e indica le linee guida: taglio netto ai costi del lavoro e massimo rispetto delle norme dettate dalla legge di Stabilità. Emiliano incassa e rilancia: a breve giro sarà imposto un piano di rientro per ciascuno dei 38 stabilimenti ospedalieri pugliesi.

Da Roma chiedono di fatto che il costo del lavoro complessivo sia fissato a 1.961 milioni all’anno ed entro febbraio pretendono che tutte le Regioni abbiano dichiarato nei dettagli il fabbisogno di personale. L’incontro intercorso giovedì tra gli emissari della Regione e il direttore generale del ministero della Salute, Renato Botti, ha fatto emergere anche un altro dato: il Governo considera che gli ospedali di base siano insufficienti, mentre sono troppi quelli di primo livello con maggiori specialità. Buono l’equilibrio di quelli di secondo livello, otto in tutto. Il riordino poi andrà corredato della rete di emergenza urgenza, che però dovrà essere rivista in base alla precedente riflessione sugli ospedali di base. Infine, come detto, bisognerà rispettare la legge di Stabilità: avere conti in ordine e dunque costi superiori ai ricavi nel limite imposto del 10%. Nelle prossime ore sono previsti una serie di incontri con i sindacati.