Ci siamo chiesti fin dall’inizio perché, sulla crisi della Bosch, Cgil e Uil, unite, e Cisl si rivolgessero separatamente ai lavoratori. La spiegazione arriva nella comunicazione diffusa agli iscritti Cisl alla vigilia dell’importante vertice in Regione sul futuro dello stabilimento barese. Una comunicazione che ci ha lasciati esterrefatti per la terminologia utilizzata e per le accuse di mancato rispetto da parte di Cisl e Uil.

Scopriamo che la verità è nella cassaforte della Cisl che, come scrive, ha deciso di mantenere un profilo basso in virtù dell’apertura, da parte dell’azienda, a mantenere i livelli occupazionali e il rilancio futuro dello stabilimento barese. Il vero problema è che manca completamente un piano industriale e l’azienda intende rilanciare sulla pelle dei lavoratori, chiamati nei prossimi 5 anni a enormi sacrifici.

Certo, comprendiamo la teoria del “meglio ferito che morto”, ma per osservatori esterni e contribuenti, la Bosch ha il dovere di mantenere i livelli occupazionali soprattutto in virtù delle ingenti somme di denaro pubblico ricevute finora. Le 40 ore settimanali a cui fa riferimento la Cisl nella comunicazione, sono il necessario punto di partenza per il mantenimento di un salario dignitoso, che non può essere assicurato solo da un’altra iniezione di finanziamenti statali o regionali. Cosa intende realmente fare la Bosch per potenziare lo stabilimento di Bari? Attualmente nessuno lo sa, nemmeno la Cisl.

LA COMUNICAZIONE DELLA CISL
Buongiorno a tutti, con questo messaggio voglio ringraziare la RSU, componenti del CDP, iscritti e simpatizzanti della FIM che si sono prodigati a divulgare la posizione della nostra organizzazione. Come vi ho sempre detto far parte della FIM è molto più dispendioso perché non siamo capaci di dire delle falsità e soprattutto mettiamo sempre al centro dei nostri obiettivi la dignità e tutela dei lavoratori passando molte volte come organizzazione impopolare.

Noi come FIM abbiamo avuto sempre un profilo basso rispettando sempre le posizioni delle altre organizzazioni ciò che loro non hanno fatto e per questo i comunicati sono separati. Ribadisco la nostra posizione dove la FIM non firmerà mai un accordo nella quale non vede all’interno una retribuzione che si avvicina il più possibile alle 40 ore; un impegno da parte della Bosch dove si evince il mantenimento occupazionale e il rilancio per il futuro! È chiaro che noi non siamo affezionati alla forma ma rispettiamo le difficoltà degli altre sigle e siamo disponibili a trovare qualsiasi soluzione fermo restando la sostanza.

Da parte del segretario Donato Pascazio della FIM Bari:
Oggi avremo l’incontro in regione dove vi informerò successivamente ma quasi sicuramente il tavolo si potrebbe spostare a livello nazionale se non riusciamo a trovare la quadra. Questo non ci spaventa, anzi se serve alla causa ben venga. Continuate a fare la voce grossa con gli altri perché la FIM continuerà a lavorare per fare un accordo dignitoso. Grazie e buona giornata.
N.B. Se attraverso le istituzioni riusciamo ad essere pagati 40 ore saremo ben felici.