Via Ascianghi, una strada al confine tra i quartieri Stanic, Libertà e San Paolo, meglio nota ormai come la via dei frigoriferi. Proprio partendo dal continuo abbandono di quelle carcasse, abbiamo fatto un viaggio a ritroso, seguendo le briciole potremmo dire ricordando la fiaba di Pollicino, fino ad arrivare a un deposito e luogo di culto gestito da cittadini extracomunitari.

Oltre ai frigoriferi, in via Ascianghi abbiamo trovato davvero di tutto: carcasse di pneumatici, vecchi monitor per computer ormai distrutti, taniche piene di olio per motori e via dicendo. Dalla carreggiata non si vede nulla, gli scarti sono nascosti dalla vegetazione, ma se qualcuno decidesse di appiccare il fuoco, sarebbe davvero un grosso danno ambientale oltre che pericoloso per la salute.

“Segnaliamo tutti i giorni questa situazione –  ci ha detto il proprietario di un capannone limitrofo – la notte questa è terra di nessuno”. L’umore non è dei migliori, tanto che la gente non vuole nemmeno farsi riprendere o parlare con noi.

Da qui partono continuamente interi container carichi di roba recuperata e destinata in Africa. Il vecchio autotrasportatore del quartiere Libertà ci spiega come funziona: “Lavoro per loro – dice riferendosi a chi gestisce il deposito – vado a prendere la roba e la porto qua. Sono del Ghana, gente per bene. Con i nigeriani non voglio avere a che fare, sono persone di mer**a. Pattuiscono il prezzo e poi non vogliono pagare. Ti portano una donna e ti propongono di farci sesso orale piuttosto. Mica posso fare sesso con loro tutti i giorni”.

Contrariamente a quanto pensa l’attivista Dino Rizzi, e come lui molti altri, sul fatto che siano gli extracomunitari a gettare gli scarti nella discarica abusiva, smentisce: “Non sono loro, non vanno a rovistare nei cassonetti. Quelli che non rispettano le regole sono i nigeriani, i ghanesi sono a posto. Senegal, Gambia, ciò che spediscono è tutta roba vecchia ben confezionata”. Mentre parla con noi, dal container appena caricato cola olio di qualche pezzo meccanico smontato.

Il paradosso di via Ascianghi è rappresentato dai cartelli ormai illeggibili che avvertivano della presenza di telecamere. Qui, in verità, non si sono viste e ce ne vorrebbe almeno una in entrata e una in uscita dalla strada. Se è vero che sono efficaci, non si capisce perché, nonostante si tratti di una situazione di degrado nota da parecchio tempo, da queste parti non sono ancora venuti a installarle.