Una cosa abbiamo imparato su Domenico Lestingi, l’ex dipendente della Lombardi Ecologia che ha deciso di vuotare il sacco sulla gestione dei rifiuti nella discarica Martucci: non ci sta a passare per bugiardo. E allora, nella fase cruciale del processo, è saltato dalla sedia quando ha letto le 650 pagine della perizia fatta dagli esperti nominati dalla Procura.

“Mancano delle informazioni determinanti, ci sono delle omissioni”, tuona Lestingi ai nostri microfoni. “Non si fa alcuna menzione del pozzo a dispersione che io stesso ho realizzato, con la guaina da una certa altezza in poi – spiega Lestingi -. Parliamo di 15, 20 metri al massimo, ma quel pozzo è profondo 50 metri. Il percolato si disperde nella falda”.

L’ex dipendente Lombardi è talmente sicuro del fatto suo, avendo lavorato personalmente alla realizzazione del pozzo, che ha dovuto riscrivere una lettera alla Procura, per segnalare la lacuna della perizia. “Non ho avuto alcun riscontro – spiega – non vorrei che qualcuno stia facendo il possibile per evitare che venga riconosciuto il disastro ambientale. Quello, ve lo assicuro, è un disastro. Vorrei avere solo la possibilità di venire con un escavatore, senza alcun costo per la collettività, e scavare personalmente. In tre o quattro giorni faccio riemergere ciò che c’è in modo da poterlo analizzare”.

A detta di Lestingi ci sarebbero altri elementi da chiarire. C’è intanto quel pezzo di discarica su cui sopra è stato costruito un impianto fotovoltaico. “Nella perizia – incalza Lestingi – è segnalata la presenza di una guaina sotto le strutture dei pannelli, invece a me risulta che quella guaina non sia mai stata messa”. E poi il terreno sequestrato di fronte alla discarica, quello in cui ai tempi del colera venivano seppelliti i mitili contaminati e che ancora viene coltivato.

Le rivelazioni di Lestingi, qualora confermate, sono pesanti e potrebbero rimettere in discussione tutto. Certo, un’ulteriore perplessità lascia interdetti. “Mi risulta – aggiunge Lestingi – che l’enorme quantità di percolato presente in discarica, la stia asportando la stessa azienda accusata nel processo. Chi sta vigilando? Chi sta pagando? Quanto e come ne è stato già tolto? Non solo, mi fa pensare aver visto una persona imparentata con i Lombardi alla guida dell’escavatore durante la fase dei rilievi, una persona che avrebbe avuto tutto l’interesse a non far emergere quanto da me denunciato. Una cosa è certa. Fin quando sono andato io a verificare le cose, è sempre stato trovato tutto; al contrario di quando non sono stato presente”.

Lestingi è certamente la persona che ha più da perdere in questa storia. “Per arrivare alla verità – conclude – ho perso il lavoro ben retribuito, non ho avuto la liquidazione, sono stato arrestato, processato, minacciato e picchiato”.