Rieccoci qua, a parlare della gestione STP, la ex Società del Trasporto Pubblico della Provincia di Bari. Tra le tante ragioni del nostro momentaneo silenzio sono girate diverse voci. La pubblicità sul giornale fatta da un’azienda riconducibile al presidente Roberto Gargiuolo, ma soprattutto la querela presentata da Rosa Pastore, la professoressa di filosofia senza competenze specifiche, messa a fare l’amministratore delegata dalla fazione politica guidata dal duo Pisicchio-Maurodinoia. A proposito della querela, siamo venuti a sapere che l’ex direttore generale Francesco Lucibello, avrebbe confermato ai finanzieri che lo hanno ascoltato le notizie riportate da questo giornale.

Perdonate la premessa, sappiamo che il giornalismo non ammette fronzoli. Ecco i fatti. Siamo tornati per raccontervene alcuni davvero incredibili per qualsiasi altro ente pubblico, ma non per la STP, che ormai ci ha abituati alla qualunque. Dopo essere stato assunto, avendo vinto un concorso pubbblico, ed evidentemente non allineato alla cordata politica che capeggia in azienda, il direttore d’esercizio Mauro Piazza sta per essere licenziato. A chiedere la sua testa sono gli stessi consiglieri di amministrazione (espressione dell’Area Metropolitana di Bari), che ne avevano ratificato l’assunzione. Per chiedere al Cda di licenziare il direttore arrivato da Parma, lasciando il suo posto alla società TEP, i consiglieri si sono rivolti a un legale esterno, pagandolo ovviamente coi soldi di tutti. Sì, perché a volte sfugge che la STP è una società pubblica, e quindi pagata tanto da noi che scriviamo, quanto da voi che leggere.

Bene, l’avvocato avrebbe decretato che il concorso vinto da Piazza deve essere annullato in autotutela, senza tuttavia rilevare che il danno erariale causato dalla presunta illecita assunzione di Piazza dovrebbe essere pagato da quelli che quell’assunzione l’hanno avallata. Un’amministrazione non nuova a scendere a patti coi soldi pubblici, come per il caso dei 50mila euro dati all’ex direttore generale Lucibello, che aveva minacciato di denunciare l’allegra gestione dell’azienda in una lettera di fuoco, entrata prepotentemente al centro delle attenzioni di chi indaga. E anche in questo caso i soldi pagati per tenere a bada l’ex direttore sono anche i vostri, che la STP la pagate tre volte: con le tasse, attraverso i titoli di viaggio e per sanare errori che in un altro e più democratico Stato avrebbero specifiche responsabilità.

Ai più distratti ricordiamo che il bando vinto da Mauro Piazza è stato pubblicato prima con la firma del presidente Gargiuolo, poi, accortisi che non era compito suo, con l’errata corrige e l’autografo della professoressa di filosofia, Rosa Pastore. Dovesse essere ratificato il licenziamento di Piazza, previsto come ordine del giorno nel Consiglio di amministrazione del 28 marzo, il direttore d’esercizio che in realtà ha esercitato poco, soprattutto quando ha scelto di non acconsentire alla firma postuma di certi documenti, avrebbe tutto il diritto di fare ricorso. In quel caso, dovesse vincerlo, noi e voi pagheremmo per la quarta volta la STP, la società finita sotto la lente d’ingrandimento della Guardia di Finanza grazie alla querela presentata dall’aministratore delegato.

Abbiamo dovuto verificare scrupolosamente altre informazioni e avere nuovi documenti. C’è voluto un po’, ma siamo tornati, mettetevi l’anima in pace.