Torniamo a parlare dell’esposto denuncia presentato dal segretario regionale del Co.Si.Me, il dottor Carlo Marzo, indirizzato tra gli altri al direttore generale della Asl di Bari Vito Montanaro. Come avevamo anticipato, in quelle quattro pagine fitte e dettagliate, oltre all’incarico di sostituzione del SET 118 “illegittimamente attribuito ad interim”, il sindacato denuncia anche altre irregolarità che meritano chiarimenti e risposte. Tra queste, l’attribuzione di incarichi senza i dovuti concorsi o addirittura per strutture ormai soppresse.

La storia è lunga e parte da lontano. Com’è noto, l’Azienda Sanitaria Locale della provincia di Bari è stata istituita con la Legge Regionale n39 del 28/12/2006 e nasce dalla fusione delle quattro preesistenti AUSL BA/2, AUSL BA/3, AUSL BA/4 e AUSL BA/5, soppresse giuridicamente essendo confluite nell’allora nascente Asl Bari. In sintesi, parliamo di circa 9mila dipendenti per i 41 Comuni del territorio così coperto, ma soprattutto parliamo di 9 ospedali e 14 distretti sociosanitari. Numeri, questi, tutti direttamente riscontrabili nella deliberazione del direttore generale di adozione del “Piano triennale per la Prevenzione della corruzione” 2014-2017 n.155 del 31 gennaio 2014.

“Fin dal 2013/14 e anche prima – si legge nel famoso esposto del Co.Si.Me – questa segreteria ha portato all’attenzione delle direzioni pro tempore della Asl Bari le pervenute segnalazioni relative a presunte irregolarità o illiceità nella indizione e realizzazione delle procedure concorsuali per il conferimento, e/o comunque nella attribuzione dell’incarico di Direttore di Struttura Complessa di Unità Operative di vecchie Asl poi confluite nella Asl Bari (ex BA2: Pronto Soccorso di Bitonto, Terlizzi, Molfetta etc; ex BA4: Pronto Soccorso di Triggiano e San palo etc); tutte Strutture Complesse legalmente inesistenti in quanto non previste dalle leggi regionali vigenti e/o mantenute in attività nonostante fossero già state soppresse e/o attribuite al di fuori e oltre le norme regionali per la ricollocazione dei Dirigenti perdenti posto. Pertanto non potevano essere messe a concorso né come incarico quinquennale né per sostituzione temporanea e di fatto la loro messa a concorso e/o la loro attribuzione sarebbe comunque avvenuta mediante deliberazioni illecite e compiacenti”.

Da queste attribuzioni ne deriva un beneficio economico: “L’acquisizione dell’incarico di Direttore di Struttura Complessa determina un congruo incremento degli emolumenti relativi allo stipendio base, alla indennità di esclusività, alla retribuzione di posizione unificata, etc., tutte voci stipendiali sostanziali i cui effetti si riversano anche sui trattamenti pensionistici con le evidenti ripercussioni economiche che in gran parte sono ancora in essere – sottolinea il dottor Marzo – a tali segnalazioni non c’è mai stato riscontro, non risulta espletato sugli atti relativi e meno che mai alcun provvedimento è stato assunto dalla Asl Bari negli anni successivi”.

Non bastasse “successivamente sono stati prodotti ulteriori atti di ristrutturazione aziendale con attribuzione di ulteriori incarichi e/o ricollocazioni degli stessi beneficiari (illeciti se le segnalate notizie fossero accertate e corrispondessero a verità) su posti resisi vacanti nella Asl omettendo le obbligatorie procedure concorsuali, se non proprio allo scopo di evitarle”, prosegue la denuncia del sindacato.

Avesse ragione il Co.Si.Me, ad aggravare il tutto c’è la circostanza, sempre riportata dal sindacato, per cui “le documentazioni relative a dette situazioni sono direttamente perché agli atti delle ex Asl e della stessa Asl bari che ad oggi non ha mai inteso verificare i fatti e meno che mai emendare gli eventuali abusi”.

Il Coordinamento Sindacale Dirigenti Medici va anche oltre: “Nello stesso periodo la Asl ha adottato, fuori e in contrasto con la normativa sia nazionale che regionale e in assenza di atto aziendale (obbligatoriamente previsto dalle leggi vigenti) una serie di provvedimenti di organizzazione che hanno ridisegnato la struttura aziendale consentendo ricollocazioni, riposizionamenti utili e spostamenti a beneficio sempre e solo di alcuni operatori e in danno di tutti gli altri”.

“Le Direzioni Generali hanno continuato ad assegnare incarichi di sostituzione con diverse modalità. In qualche caso correttamente con procedura ex art.18 del CCNL vigente; a volte con incarichi coperti ad interim in contrasto con dette norme e oltretutto senza espedire alcuna procedura di valutazione preventiva come richiesto dalle nome vigenti (ad esempio la radiologia del Di Venere, il SET 118 con il Centro di formazione per la emergenza, ecc.); in qualche caso senza attivare alcuna sostituzione, lasciando illegalmente le Unità Operative senza Primario e anche senza sostituto anche se solo temporaneamente incaricato (ad esempio il Pronto Soccorso del San Paolo)”.

L’accusa del Co.Si.Me è di quelle pesanti: “Il razionale della scelta tra le diverse modalità di copertura è del tutto incomprensibile e la non univocità comportamentale sembra più indirizzata alla soluzione dei problemi e/o delle aspettative personali di qualche operatore che alla tutela degli interessi organizzativi aziendali e sanitari, oltre tutto e in buona sostanza le attribuzioni sono avvenute senza alcuna giustificazione normativa e/o contrattuale”.

Tutte queste denunce “sono rimaste senza risposta e le posizioni di vantaggio così attribuite si sono consolidate tanto da essere individuate come legittimamente, stabilmente e definitivamente attribuite persino in diversi atti deliberativi della Asl Bari”. Non dovessero arrivare i chiarimenti richiesti, il sindacato ha già annunciato che depositerà tutto in Procura.