Di pendente in tutta la storiaccia sulla gestione del 118 barese, al centro di alcune inchieste non giornalistiche, non ci sono solo i carichi degli interessati, ma un “appalto” che non viene assegnato, mentre alcune associazioni continuano a prendersi cura più di se stesse che del servizio di emergenza e urgenza.

In un paio di casi – che vi racconteremo nel dettaglio in un capitolo specifico – si assume e licenzia a piacimento, facendo attenzione a non comunicarlo alla Asl. In questo modo i lauti rimborsi mensili non subiscono variazioni e vissero quasi tutti più ricchi e contenti. Ma torniamo all’assegnazione delle postazioni del 118 barese. Si dovrebbe trattare dell’ultmo contentino, almeno si spera, prima di iniziare a fare le cose sul serio in considerazione della nuova legge.

Le postazioni sarebbero dovute essere assegnate ormai da mesi, invece, si va avanti di proroga in proroga, continuando a farsi beffe della legge. L’inerzia continua, con un altro colpo di scena. La commissione aggiudicatrice – a meno che non ci sia un’altra giustificazione – s’è persa la documentazione sui carichi pendenti già consegnata dalle associazioni che hanno partecipato alla gara “senza sorprese” per l’assegnazione ai volontari delle postazioni del 118.

Un bel modo di amministrare la cosa pubblica, evitando di prendere decisioni e dire le cose pane al pane e vino al vino. Si aspetta l’applicazione del Piano di riordino? Non si vuole scontentare nessuno dei volponi? Probabilmente si sta trovando il modo per meglio gestire l’asegnazione delle postazioni di Grumo Appula, per il momento gestita dall’Emervol Bitetto dopo i guai dell’Emervol Toritto e di piazza Moro, a Bari. Quest’ultima gestita dall’Alivol in proroga, ma vacante perché nessuna delle associazioni che hanno partecipato al bando hanno partecipato per quella postazione.

La verità è difficile saperla, perché qualunque domanda si ponga ai burocrati, la musica non cambia. A nostro avviso e di molti degli operatori, tutta questa prendita di tempo non è il modo migliore per rilanciare un servizio in cui a far parlare sono soprattutto le tante mancanze e, grazie al cielo, l’abnegazione di buona parte del personale, l’unica cosa che evita che il sistema finisca in mille pezzi.