Chi ci legge sa quante ne abbiamo raccontate di storie legate alla telecardiologia. Per quei racconti, datati e molto più recenti, siamo finiti nei guai. Ciò che ci consola, ma allo stesso tempo ci preoccupa molto, è che non si tratta di nostre invenzioni, ma di esperienze sul campo, fatte da tanti medici e infermieri sulla pelle della gente.

Questa volta è andata bene, ma se il dolore al torace, con vomito, del bambino di 5 anni arrivato al Punto di Primo Intervento questa mattina intorno alle 9, fosse stato di altra natura, avremmo avuto un altro epilogo. “Vorrei vorrei porre alla vostra attenzione una situazione che interessa il Punto di Primo Intervento di Mola di Bari – ci scrive la mamma del piccolo -. Mio figlio, 5 anni il mese prossimo, si è svegliato lamentando un forte dolore al petto. Vi lascio immaginare la mia preoccupazione. In fretta e furia ci rechiamo al PPIT per un rapido consulto. Il medico lo ha visitato accuratamente, lo ha oscultato e gli ha misurato la temperatura”.

La telecardiologia, il sistema sotto l’occhio del ciclone anche di un paio di procure pugliesi, infatti, non funzionava, quindi niente elettrocardiogramma. A confermarcelo è lo stesso dirigente medico della struttura, Maurizio Esposito, in servizio in quel momento. Parlando col medico, però, emerge una cosa ancora più inquietante, identica a quanto segnalatoci qualche giorno fa dall’ex pronto soccorso di Giovinazzo.

“Dal 13 gennaio – spiega il dottor Esposito – ho segnalato al direttore generale della Asl di Bari, Vito Montanaro; al coordinatore del 118, Antonio Dibello e al direttore della centrale operativa del servizio di emergenza e urgenza, Gaetano Dipietro, che la telecardiologia non funziona e che non siamo in grado di gestire casi per cui un elettrocardiogramma sarebbe determinante”. Dopo che il tecnico ha appurato il problema di connessione, nessuno si è più visto.

Il racconto della mamma continua: “Il medico di turno è stato costretto a chiamare un’ambulanza per trasportarci all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari”. L’ambulanza, a causa della cronica carenza di mezzi di soccorso sul territorio (tutti occupati su altri interventi), è arrivata con il solo infermiere a bordo, seppure il codice attribuito all’intervento era giallo, di media gravità.

“La cosa che ha sconcertato tutti – racconta la mamma – è che all’arrivo dell’ambulanza neppure l’infermiere è riuscito a fare l’elettrocardiogramma perché neppure il suo tablet era connesso”. La nostra domanda di sempre è la stessa del genitore preoccupato. “Il tutto per fortuna si è risolto con il riscontro di una gastroenterite, ma se qualcuno avesse avuto realmente bisogno di quel banale quanto determinante esame? Il medico di turno si è scusato più volte per questo inconveniente e in più occasioni ha detto di aver sollecitato la riparazione del guasto, ma a quanto pare nessuno sembra avere a cuore la vita della gente. È possibile tutto ciò?“.

No, signora, tutto ciò non è possibile, lo abbiamo detto fino a sgolarci. Ci è stato detto che le nostre sono fantasie pericolose. Cara signora, speriamo che dopo la sua e la nostra ennesima denuncia – considerato che quella del medico non viene tenuta in debito conto – qualcuno ripari il guasto, come successo a Giovinazzo. Anche lì, durante i giorni senza la telecardiologia non è morto nessuno, ma è stato solo un caso.

A lei possiamo solo consigliare di chiamare al telefono il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Il suo numero ce l’ha. Ormai ce l’hanno tutti i pugliesi. Racconti a lui cosa le è capitato e cosa potrebbe capitare a chiunque, anche quando un elettrocardiogramma sarebbe il discrimine tra la vita e la morte.