Passata la sbronza del Capodanno in piazza a Bari, Matteo Chiarappa trascina Radionorba alle cose di tutti i giorni, in attesa che il giudice si esprima sul ricorso del socio per l’accesso agli atti che la famiglia Montrone continua a negargli. Il 22 dicembre scorso, pubblicammo un artitolo intitolato: “Radionorba, Chiarappa porta Marco Montrone in Tribunale”.

Nell’articolo, come scritto nelle memorie dal suo avvocato, scrivevamo che Chiarappa  personalmente possiede il 4,5 per cento del capitale societario. Complessivamente, però, la famiglia Chiarappa detiene complessivamente un terzo di Radionorba. Da qui la richiesta di una maggiore trasparenza nella gestione aziendale e il ricorso a un giudice.

LA PRECISAZIONE DI CHIARAPPA“Debbo precisare che io personalmente partecipo per il 4.5 per cento al capitale di Radionorba, ma che assieme alla mia famiglia rappresento circa un terzo della società della famiglia Montrone.

La mia battaglia non è la risultante di un’azione isolata, ma la rivendicazione della mia famiglia nei confronti dei Montrone, che ritengono essere al di sopra della legge e che dunque non debbano dar conto del proprio operato a soci che rappresentano circa un terzo della società.

Penso che nessun giudice potrà consentire ad un socio che chiede spiegazioni di non essere ascoltato. Non è possibile nel corso delle assemblee chiedere chiarimenti sulle voci di spesa di bilancio e non ricevere alcuna informazione. Non è possibile accettare che Marco Montrone percepisca lauti compensi e benefit, drenando tutti gli utili ed i soci da anni non debbano percepire niente.

Gli investimenti sono stati fatti da tutti i soci, ma gli utili servono a pagare solo i Montrone. Queste le ragioni di fondo per le quali dobbiamo conoscere le carte. Pertanto Le chiedo una rettifica in merito alla percentuale di partecipazione”.