Il botta e risposta epistolare tra Matteo Chiarappa, socio di minoranza di Radionorba s.r.l. con il 4,55% del capitale sociale e il presidente della radio di Conversano, Marco Montrone, finisce in Tribunale.

La storia è abbastanza semplice. Il primo, essendo chiaramente previsto dalla legge, vuole avere accesso ai documenti relativi all’esercizio del 2015 e a quello in corso. In sostanza, vuole conoscere tutti i dettagli sulla gestione economica dell’azienda. L’altro, Montrone jr., nega al socio il diritto sancito dall’articolo 2476, comma 2, del Codice Civile. La prima richiesta scritta formulata da Matteo Chiarappa è datata 29 gennaio. Il primo diniego è del 6 febbrario.

Secondo Montrone la richiesta di accesso agli atti è generica. Da quel momento parte una battaglia a colpi di carte, ma la risposta è sempre la stessa: picche, seppure cambiano le motivazioni. Prima era generica, poi incomprensibile. Il colpo di scena arriva quando Montrone scrive che il diritto esercitato da Chiarappa avrebbe comportato: “… ingiustificati disagi organizzativi ed intralci all’attività sociale”. 

Secondo il professor Michele Castellano, avvocato di Matteo Chiarappa: “Appare del tutto evidente che la posizione assunta dalla società è solo ed esclusivamente diretta ad evitare l’esercizio del diritto attribuito dalla legge al socio”. Nella memoria presentata al giudice, davanti al quale le parti si presenteranno giovedì 22 dicembre per discutere del ricorso ex articolo 700 del Codice di procedura civile, il legale di Chaiarappa scrive: “Non sussiste alcuna ragione per giustificare il comportamento assunto dalla società”. Il secondo comma dell’artico 2476, infatti, attribuisce al socio un diritto soggettivo potestativo il cui esercizio non può essere negato né per generiche esigenze di riservatezza della società nè attraverso il richiamo ad altre ragioni.

La storia, come dicevamo, è molto semplice, Chiarappa chiede al giudice di accedere agli atti contabili di Radionorba, indicando tra le altre cose i tempi entro cui Montrone dovrà consentire tale accesso e quelli entro cui le operazioni devono essere ultimate. La domanda che ci poniano da anni è la stessa: perché Radionorba e Telenorba non consentono l’accesso ai loro atti contabili anche a chi ne ha pieno diritto? Probabilmente è arrivato il momento della verità.