C’è molta confusione nella Croce Rossa Italiana della nuova gestione Rocca, veramente molta, e tanti mal di pancia che, in un ambiente spiccatamente sanitario come questo, dovrebbero essere fatti passare con qualcosa di più serio del famoso brodino caldo, ma non è così. La cosa preoccupa un pochino il padre padrone dell’associazione di volontariato più grande d’Italia, perché siamo a ridosso della prima assemblea nazionale che si terrà a Roma sabato 22 ottobre con i nuovi regolamenti. C’è malessere, dicevamo, e questo malessere, che nell’altra gestione era semplicemente mugugno. adesso si sta palesando. Noi abbiamo le nostre responsabilità.

L’inchiesta che stiamo conducendo da oltre un anno, ha scoperchiamo molti altarini, ha aperto gli occhi a tanti, ha fatto prendere coscienza a volontari e lavoratori dei propri diritti, e soprattutto, ha contribuito ad aumentare la scollatura tra quei presidenti che vengono eletti perché popolari ed il resto dei loro Comitati che li vorrebbero anche capaci. Insomma, questa scollatura inizia a diventare abisso, e dall’abisso rimbombano voci allarmate, come quelle dei presidenti regionali, che chiedono maggiore autorevolezza, la possibilità di dare un contributo vero e leale alla guida di questa Croce Rossa, che ha soltanto la trazione anteriore, e dove su una ruota siede Rocca e sull’altra Ronzi.

Il gioviale romano, che noi abbiamo soprannominato delicatamente “il pagnottella”, non è stato eletto, ma scelto con un metodo preconfezionato che non è piaciuto a tutti. Non si limita a curare la gestione amministrativa, ruolo per cui è strapagato, ma si inserisce in ogni processo decisionale e rappresenta l’Associazione su ogni tavolo ed in ogni situazione, rubando la scena a tutti con una smania di protagonismo da primadonna.

La Croce Rossa è altro, sostengono i non pochi presidenti che hanno “convinto” Rocca a convocare per domenica prossima, a una settima dall’assemblea nazionale, una Consulta dei presidenti regionali, organo statutario, per anticipare alcune delle discussioni della successiva assemblea nazionale, organismo al quale partecipano tutti i presidenti di qualsiasi livello, e che vorrebbero evitare fosse seppellito dal volare di stracci, a questo punto prevedibile. Descrivono invece come una testa calda il consigliere nazionale che avrebbe più volte minacciato le proprie dimissioni, con l’effetto di mandare a casa tutto il consiglio ed il suo eccellente presidente nazionale.

Questo giovanotto, messo di fronte ai propri privilegi ed al rischio di un perenne oblio, avrebbe ogni volta ritrattato, ma proprio l’altro giorno si sarebbe scagliato in un violento e documentato panegirico, durante una riunione ufficiale ed alla presenza di molti presidenti locali. Avrebbe condannato l’attuale gestione, definita eufemisticamente autocratica, e avrebbe deprecato lo strapotere di Ronzi, definito un non votato, facendo intendere di non essere il solo deluso dall’atteggiamento di quello che abbiamo più volte definito il “badante” di Rocca, governatore a tutti gli effetti di una Croce Rossa che ha votato altre persone per dirigerla e che, a oggi, nel pieno del processo che voi chiamate di privatizzazione, ancora non ha una propria strategia, non si è riuscita a collocare né nel sistema del volontariato né nel mondo del sussidiarismo sociale, ma vive alla giornata e, se ci è consentito, sopravvive di espedienti, mettendo a repentaglio il buon nome di Dunant e di quelle grandi menti che hanno traghettato quell’idea meravigliosa in tre secoli di storia nazionale.

Certo, se avesse veramente le palle gonfie al punto giusto, questo gentiluomo dissenziente potrebbe veramente fare la differenza e dimostrare che non tutti si lasciano comprare per una poltrona o per un piccolo incarico, e soprattutto che esiste ancora in questo volontariato in rosso un’anima laica e controcorrente che rifiuta la massificazione e il pensiero unico, non ha paura ed è orgogliosa dei risultati che sa conseguire. Ma questo naturalmente è un sogno. Come al solito vi abbiamo raccontato le voci di corridoio che nessun altro ha il coraggio di raccontarvi e sappiamo bene che un’adeguata manovra ricomporrà le fila delle pedine che già scalpitano sulla scacchiera. Voi, piuttosto, siete i bianchi o i neri?