Ilaria Decimo, ex commissario comitato Croce Rossa Bari

Era il marziano a Bari. Sparata da Torino in Puglia per dare una svegliata al torpore nel quale la gestione di Ilaria Decimo aveva congelato le Crocerossine, sorella Cristina Bussone si è trovata davanti il documento con il quale il presidente Francesco Rocca aveva già nominato tutto il quadro dirigente delle infermiere volontarie della regione, fino alle vice ispettrici locali.

Un vero colpo di stato con il quale Flavio Ronzi, segretario generale dell’associazione di volontariato più grande d’Italia, con la complicità di un manipolo di ambiziosissime crocerossine, sta tentando di annientare anche l’altro Corpo ausiliario di Cri. Con i militari il gioco è stato semplice e tutto basato sulla necessità di portare a casa la pagnotta che i militari non hanno mai nascosto, anteponendo i bisogni personali al gioco di squadra.

Sul fronte delle ragazze il gioco è stato persino più facile. È bastato fare leva sulla personale ambizione di qualcuna di esse, legata ad una naturale incapacità ad emergere, e la cosa è andata alla grande. Il problema, come al solito, è di diritto oltre che di onore. Sempre il solito articolo 1735 del Codice dell’ordinamento militare prescrive due cose fondamentali. La prima è che le nomine vengano effettuate dall’ispettrice nazionale del Corpo. In questo caso siamo in presenza di violazione palese di legge, come peraltro ribadito dal Consiglio di Stato nella sentenza di cui abbiamo già parlato.

Lo stesso articolo, poi, richiede come requisito essenziale per l’efficacia della nomina la capacità. Come fa il presidente nazionale dell’associazione a valutare la capacità di una candidata se la sua documentazione caratteristica è custodita in posti dove lo stesso presidente non ha accesso? O l’accesso è avvenuto in maniera irrituale o l’indagine non è stata fatta proprio; altra ipotesi potrebbe rientrare soltanto tra le pratiche negromantiche.

Adesso la palla passa a queste ambiziosissime Crocerossine, la loro posizione è delicata. Incompetenti per legge, si troveranno a firmare illegittimamente atti a loro sottoposti da chi ha donato loro le nuove spalline, sapendo che potrebbero risponderne personalmente. Esiste, poi, la questione della posizione gerarchica. Una nomina imposta dall’alto e non riconosciuta dai vertici del Corpo né dalla base, sarà foriera di confusione e delegittimazioni.

Un colpo di Stato realizzato con velocità e la solita aurea di illegittimità, forse anche per evitare che la “marziana” inviata dal Piemonte potesse mettere le mani sui conti e sulle carte delle crocerossine pugliesi e potesse fare la chiarezza che in tanti hanno chiesto ad una Decimo impegnata più a mantenere le sue relazioni con il presidente ed a difendere quella che voi continuate a chiamare privatizzazione, che a rispondere ai suoi stessi vertici.