Sanità pugliese, siamo alla deregulation. Non c’è una visione e ognuno fa un po’ come gli pare in attesa della possibilità di assumere altro personale. Le polemiche sul Piano di riordino ospedaliero hanno tenuto i riflettori lontani dai tanti “piccoli” problemi e dalle gigantesche contraddizioni che incidono pesantemente sulle economie di un sistema perennemente sul filo del rasoio e dell’emergenza gestionale.

Accertato che l’abuso di straordinari e reperibilità, per esempio al Coordinamento del 118 barese, è una prassi consolidata capace di interessare anche la Guardia di Finanza e che un dirigente medico possa, senza essere neppure sospeso, concedere farmaci a carico del Servizio Sanitario Regionale, facendo scomparire e riapparire altrove le fustelle, appare evidente che qualcosa non funzioni.

Problemi, ma anche tante contraddizioni, come quella che riguarda due Asl confinanti, quelle di Bari e della BAT. Nella prima, ai medici in servizio presso le farmacie territoriali che riforniscono anche gli ospedali di medicinali oncologici o salvavita, è vietata la reperibilità a poco più di 20 euro lorde a ora. L’indirizzo è quello che tra reparti dello stesso ospedale o i pronto soccorso, possano esserci scambi di favori per la reperibilità dei medicinali.

Attenzione, per far scattare il bonus della reperibilitàdeve intervenire un fatto essenziale: il medico dipendente della Asl reperibile (circa 480 euro complessive per le 12 ore del turno), deve essere “disturbato” e recarsi in farmacia per procedere alla fornitura in emergenza.

Con deliberazione 215 dell’8 febbraio 2016, invece, l’Asl BAT decide addirittura di rivolgersi a una cooperativa, la Consorzio Italia di Lecce, per avere la fornitura di turni di servizio, con una spesa complessiva di 63.900,00 euro.

A fine dicembre scorso, stante l’impossibilità di garantire la copertura delle carenze mediche, al fine di non incorrere nella interruzione di servizio, la Direzione Generale dava disposizioni di esperire procedura di gara per l’acquisizione di turni di servizio di medici specialisti in medicina d’urgenza e/o specialisti in discipline equipollenti e affini. In totale cento turni di servizio da 12 ore ciascuno per i periodi compresi tra il 10 e il 31 gennaio e tra il primo e il 28 febbraio, da dividere equamente tra il Punto di Primo Intervento Territoriale di Spinazzola e il Pronto soccorso dell’ospedale di Canosa.

La sola offerta pervenuta entro il termine di scadenza è stata appunto quella della Consorzio Italia di Lecce, che ha dichiarato di concorrere per il consorziato Coop. Soc. Apulia Soccorso quale impresa consorziata esecutrice del servizio e che ha proposto un costo di 53.25 euro ad ora. Offerta ritenuta congrua e conveniente.

Mentre a Bari vengono negati 20 euro lordi a ora, supponiamo con l’intento di risparmiare, a pochi chilometri di distanza, nella Bat, 53.25 euro sono considerati congrui ed economicamente convenienti rispetto ai 65,10 euro, comprensivi di Irap, previsti dal CCNL nel caso l’Azienda Sanitaria dovesse ricorrere al proprio personale.

La differenza di criteri adottati e soprattutto di una visione d’insieme appare evidente. Speriamo che prima o poi si riesca ad adottare una linea comune, per il bene degli operatori e per la salute dei cittadini.