Ciò che ancora non è chiaro sono le ragioni che hanno portato l’ex presidente dell’Amtab, Antonio Di Matteo, a consegnare un dossier pieno zeppo di dubbi ben argomentati sulla legittimità dell’acquisto, della vendita e della manutenzione dei bus usati dell’azienda municipalizzata del trasporto pubblico urbano.

Alla luce della gravità dei fatti denunciati con i documenti che pubblichiamo integralmente, il movente conta poco. Sarà per questo che il sindaco di Bari, Antonio Decaro, non ci ha pensato neppure mezza volta prima di consegnare tutto in Procura. Al centro del dossier, c’è il roventissimo agosto in Amtab del 2014 e ciò che succede nei mesi seguenti. Tutto per l’acquisto e la manutenzione di alcuni autobus usati. Chissà se tutto ciò ha qualcosa a che fare con le continue doglianze del consigliere comunale PD, Massimo Maiorano, in merito allo sperpero di soldi pubblici per ciò che riguarda proprio la manutenzione data all’esterno dell’Amtab.

Una gara regolare, vinta dalla IOMA, ma poi annullata senza darne conto all’aggiudicatario, con la scusa che le banche avevano rifiutato la concessione del leasing. E poi quella successiva con un solo partecipante, la EVOBUS, per l’acquisto di altri autobus in contanti e senza che il venditore s’impegnasse ad assicurare neppure un giorno di garanzia. Il percorso è particolarmente tortuoso e pieno di ostacoli, ben spiegati nel dossier.

Chiunque abbia fornito i documenti all’ex presidente, riferendo fatti e circostanze in maniera così minuziosa, sa di sicuro il fatto suo. La ricostruzione comprende date, nomi, fotografie e avvisi di vendita firmati dal direttore generale, Francesco Lucibello. Anche il nome del dossier, prodotto da Di Matteo il 4 aprile scorso e consegnato a chiunque: “La nuova frontiera dell’attività in Amtab, l’acquisto e la vendita di mezzi usati”, è sarcastico al punto giusto, lasciando trapelare quello che poi sarà il contenuto.

In chiusura del dossier un paio di considerazioni, che condividiamo: “Con tutti gli straripanti poteri dati al direttore generale Lucibello, l’amministrazione comunale avrebbe dovuto nominare un amministratore delegato non un consiglio di amministrazione”. E ancora: “È necessario ricordare agli amministratori dell’Amtab che dal 2013 vige il decreto legislativo 33, il riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”.

Dovesse essere tutto accertato, in questa storia di trasparente ci sarebbe ben poco.