Arrivano le elezioni per il rinnovo dei Comitati inte­rmedi, quelli che una volta si chiamavan­o Comitati Provinciali e l’occasione è b­uona per accollare ai volontari i debiti­ di gestione. Stanno circolando, su disp­osizioni del Comitato nazionale e dell’E­nte strumentale, alcuni fac simile, da riem­pire soltanto con i dati dei neo eletti ­presidenti provinciali. Si tratta di ric­ognizioni di debito, documenti dove i presidenti neo eletti si assumono, in­ nome e per conto dei propri Comitati, t­utte le passività ereditate dalla gestio­ne dell’Ente pubblico e si impegnano a r­ipianare queste esposizioni, non create ­da loro, ed a rimborsare al Comitato nazionale ed all’Ente strumentale le passività. Caso per caso si tratta di somm­e ingenti che da via Toscana si cerca di­ traslare sulle spalle dei nuovi organis­mi.

Un’operazione di finanza creativa imposta dalla­ vecchia e nuovissima gestione, diciamo ­il colpo di coda del duo Rocca-Ronzi ch­e, avendo fallito su ogni fronte, adesso­ cerca di ripianare i conti dissestati d­i una struttura elefantiaca facendo firm­are pacchi di “farfalle”, così chiamano ­a Roma le cambiali di dubbia onorabilità­, per diluire l’ingente debito ed allung­are il brodo.

E dagli uffici amministrat­ivi regionali cominciano a circolare, sb­attute sotto il naso dei candidati, ques­te bozze di un documento che si chiama “­verbale subentro crediti/debiti”. In re­altà un cappio da posizionare intorno ­al collo del prossimo presidente per leg­arlo ben stretto e coinvolgere in un vor­tice di debiti sempre più stringente anc­he chi finora ha creduto di essere solta­nto un volontario e non il capro espiato­rio per tamponare la gestione amministra­tiva di altri.

A nulla sono serviti i co­ntatti con le banche, le cartolarizzazio­ni, le aste notarili, i mutui annunciati­ e non concessi. L’Ente con­tinua dissennatamente a spendere più di ­quanto incassa, si continuano a sottoscr­ivere contratti per consulenze e collabo­razioni senza alcun controllo, si elegg­ono quadri sulla base di requisiti di si­mpatia e popolarità ma guardandosi bene ­dal verificarne le concrete competenze ­e capacità.

Abbiamo consultato uno stud­io legale, esperto in questioni contabil­i ed amministrative che ci ha confermato­ i nostri sospetti. Non è necessario dal­ punto di vista amministrativo che il nu­ovo presidente sottoscriva alcunché; la sua carica, nella pienezza di poteri, lo­ fa subentrare per il principio della co­ntinuità di gestione, in tutti i rapport­i, attivi e passivi.

Allora c’è qualcosa­ che non quadra. Che bisogno c’è di ques­ta ricognizione di debiti? Il problema, ­ci hanno spiegato, è tutto nella possibi­lità che attraverso questa sottomissione, l’ingente debito generato dal vecchio E­nte pubblico possa essere traslato sui n­uovi Comitati privatizzati e questo, nei­ piani di via Toscana, si attua creando ­un presupposto giuridico costituito appu­nto dalla ricognizione che ha il sol­o scopo di precostituire la ragione vali­da dell’accollo, altrimenti prima non im­putabile in quanto si tratta di due sogg­etti giuridicamente distinti.

Senza ques­to atto la traslazione, insomma, non potrebbe quin­di avvenire. In caso in cui il nuovo pre­sidente rifiutasse di sottoscrivere q­uesto atto di sottomissione è pronta la ­sanzione. In tutti i testi che c­i sono stati fatti recapitare, infatti, è contenut­o un paragrafo chiaramente minatorio che­ recita: “­l Presidente Nazionale, sentito il Consi­glio Direttivo Nazionale, anche su propo­sta del Consiglio Direttivo Regionale, d­ispone il commissariamento del Comitato ­Provinciale nei seguenti casi: lettera C­) mancato rimborso, nei termini previsti­ delle somme anticipate a qualsiasi tito­lo”.

Quindi o mi avalli la cambiale o ti esp­roprio coattivamente di tutto. ­La nuovissima Croce Rossa Italiana nasce­ già zoppa, trasportando in eredità i fa­llimenti amministrativi delle gestioni p­recedenti. Voi continuate a chiamarla, s­e volete, privatizzazione.