L’ultima assemblea nazionale di Croce Rossa Italiana ha lasciato strascichi e polemiche di vario genere. Del resto c’era da aspettarselo con tutto il materiale al vaglio della magistratura, di una parte della politica e della Ragioneria dello Stato. Ciò che avremmo voluto sentire, però, soprattutto dal presidente Rocca, non è stato detto. Tra gli interventi che hanno suscitato più mormorii e indignazione, persino da parte di Rocca, che ha tentato si smorzare i toni irruenti, ci sono stati quelli dei presidenti delle associazioni di promozione sociale di Crotone e Brindisi.

Per questione di conterraneità, però, focalizziamo l’attenzione sulla presidente brindisina Alessandra Palmisano Peccerillo, una che si indigna per la nostra inchiesta con centinaia di pezzi scritti, pur ammettendo al telefono di averne letti “pochi”. Bene, il presidente dell’associazione di promozione sociale brindisina che porta il nome di Croce Rossa Italiana, ha preso la parola alla presenza di tutti i presidenti e soprattutto commissari nominati da Rocca e ha chiesto scusa a nome di tutti per il “carro di letame” partito dalla Puglia. Peccato solo che la Palmisano parlasse a nome e per conto suo. Peccato non avesse avuto la delega a farsi portavoce di nessun altro presidente, men che meno dal Comitato regionale pugliese. Circostanza confermataci al telefono, con un perentorio dietrofront: “parlavo per me”.

Lo sdegno silenziono dei presenti – racconta chi c’era – è stato evidente. Un imbarazzo talmente diffuso da aver costretto persino Rocca a smorzare i toni, giustificando il monologo come la passione di chi vive problemi all’interno del suo comitato. Probabilmente la Palmisano, conscia dell’odio di Rocca nei nostri confronti, ha voluto arruffianarselo. “L’aspettavo – ci ha detto la Palmisano – ma è arrivato in ritardo”. Ci sono cose che non hanno tempo ma molta memoria. Per chiarezza nei confronti di quanti non lo avessero ancora compreso, il carro di letame partito dalla Puglia sono le nostre inchieste condivise, nella maggior parte dei casi senza metterci la faccia, da una buona parte di dipendenti e volontari. A ben vedere, il codice etico voluto proprio da Francesco Rocca, condanna certi comportamenti. Bene avrebbe fatto la presidente dell’Aps di Brindisi a fare nomi e cognomi, invece di sparare letame nel mucchio. Letame che ha finito di inzozzare chiunque fosse in quella stanza. A chi avesse la memoria corta, ricoridiamo l’assurda sanzione combinata al presidente del comitato regionale della Sardegna, per il semplice fatto di aver scritto un commento sacrosanto su Facebook. Ci piacerebbe sapere da Rocca e dai vicepresidenti nazionali quali provvedimenti hanno pensato di adottare nei confronti dell’autore di quel soliloquio non degno di un appartenente alla Croce Rossa.

Cogliamo l’occasione per chiedere al fustigatore dei post su Facebook Francesco Rocca, quali provvedimenti siano stati presi per le non più tante presunte irregolarità denunciate in occasione della gestione barese Decimo-Mannella e per i presunti rimborsi abusivi percepiti dall’ex direttore regionale pugliese, Giovanni Rocchi. Se dovessimo chiedere contro dei provvedimenti presi per tutte le altre presunte irregolarità denunciate nel resto d’Italia usciremmo fuori tema. Diciamola tutta: noi il carro di letame ci limitiamo a trainarlo, a riempirlo ci pensano altri. Rivolgiamo anche alla Palmisano, come a chiunque altro, l’invito a concedersi a noi per un’intervista passionale, proprio com’è lei che la Croce Rossa ce l’ha nel sangue. Signora Palmisano, al telefono ci ha spiegato che non accetta perché non è fotogenica. Non se ne preoccupi, non è da questi particolari che si giudica un presidente. È suffieciente dire le cose pane al pane e vino al vino. Dopo l’assemblea di Bologna sappiamo che ne è capace.