Le nubi all’orizzonte dei lavoratori della Croce Rossa Italiana hanno generato una tempesta. Il malessere di chi da anni opera non dentro un’azienda commerciale qualsiasi, ma all’interno dell’Ente pubblico umanitario e benefico più grande d’Italia. Le tante bugie che chi la governa continua a raccontare hanno generato incertezze dilanianti, costringendo i dirigenti di USB CRI a decretare lo stato di agitazione.

Da lunedì 30 novembre, su tutto il territorio nazionale, i lavoratori potranno manifestare e riunirsi in assemblea per discutere e dibattere sul proprio futuro. Per il sindacato, l’obiettivo vero di questa amministrazione della Croce Rossa è la sostituzione del personale dipendente con altri soggetti, introdotti con contratti a termine al posto dei lavoratori che via via vengono licenziati. L’applicazione del decreto legislativo 178 del 2012, la perdita di servizi di impegno e di esperienza come il 118 di Roma, una governance dell’Ente assolutamente inadeguata ed autoreferenziale, tutto questo ha indotto i lavoratori a decretare lo stato di agitazione.

Non ci sono garanzie occupazionali, insomma, né per i dipendenti civili né per quelli militari, la situazione è caotica, nessuno degli attuali dirigenti sa fornire spiegazioni ai lavoratori e nemmeno offrire una strategia per il distacco dal proprio posto di lavoro.

Il Lazio è la prima regione a dare l’esempio, l’assemblea è stata richiesta per giovedì prossimo 3 dicembre, probabilmente si terrà presso al Sala Solferino nel comprensorio cesare Battisti di Roma, in via Ramazzini 31. Si parlerà di stato di attuazione del decreto legislativo 178 e degli effetti sulla mobilità del personale, degli effetti del decreto Madia, della situazione del personale licenziato a seguito del termine dell’appalto del servizio 118 nel Lazio, della condizione del laboratorio centrale nel quale sono state cedute le attività e delle proposte di lotta da attuare in questo periodo. L’assemblea si svolgerà dalle 10 alle 13 e saranno invitati a partecipare anche i lavoratori non iscritti. Stessa cosa dovrebbe essere organizzata nei prossimi giorni in tutte le altre regioni italiane.

Uno stato di agitazione che inevitabilmente si ripercuoterà sui servizi che i lavoratori della Croce Rossa, nonostante tutto, continuano ad erogare all’associazione ed agli utenti con assoluta abnegazione e un innato rispetto nei confronti di chi soffre o è in difficoltà. Perché la storia di Cri non può finire così.