Messa da parte un’altra montagna di documenti assolutamente interessanti possiamo riprendere la saga della Ferrovia Circumetnea di Catania. Abbiamo dimostrato senza possibilità di smentita quanto una gestione a dir poco allegra abbia finito per creare assurdi privilegi, creando un numero impressionante di capi e funzionari. Concorsi fasulli, assunzioni forzate di autisti di autobus senza patente, promozioni annullate dal Tar, moltiplicazione di piante organiche, interrogazioni parlamentari, interpretazioni a volte pubblicistiche altre volte privatistiche dell’azienda che campa grazie ai soli soldi pubblici.

Riprendiamo occupandoci di due dirigenti, entrati come collaboratori a tempo determinato e ritrovatisi a ricoprire ruoli apicali, a leggere le carte in maniera apparentemente illegittima. Stiamo parlando dell’attuale direttore di esercizio, Sebastiano Gentile e dell’attuale dirigente tecnico Salvatore Fiore. In altre parole due tra le cariche di vertice. Sono passati anni, ma nessuno mai ha sentito la necessità di sanare una situazione incredibile, tipica dell’italico andazzo. Non lo ha fatto neppure il controllore e controllato Virginio Di Giambattista. Per la verità qualcuno aveva provato a mandare a casa Gentile. L’unico documento che non siamo riusciti a ottenere, infatti, è proprio il protocollo riservato della Circumetnea. Se qualcuno volesse fare chiarezza basterebbe chiedere il documento. Dentro potrà trovare tutti gli atti necessari a una maggiore comprensione della vicenda e la proposta di licenziamento dell’allora direttore generale dell’azienda, colto evidentemente da un sussulto di pudore normativo.

Siamo a dicembre del 1997, per l’esattezza al giorno 20. il direttore generale Angelo Di Marco firma l’ordine di servizio n. 53, che a sua volta riporta gli estremi della delibera 629, partorita in considerazione delle dimissioni dell’allora direttore di esercizio Aldo Lollobattista, datate il 28 agosto 1997. Lollobattista viene sostituito da Sebastiano Gentile, per unzione diretta, senza sostenere alcun concorso pubblico. In questo modo, Gentile viene messo sulla rampa di lancio, passando da semplice collaboratore a direttore di esercizio.

Come se non bastasse, poi, sempre Di Marco, in attesa che vengano esperite le procedure concorsuali, affida a Gentile – ovviamente sempre per nomina diretta – anche l’incarico ad interim di Capo Ufficio Trazione e Officina. È il 31 dicembre del 1997. Sistemato Gentile è la volta dell’allora 37enne Salvatore Fiore, entrato in azienda con un contratto a tempo determinato il 20 marzo del 2000. Fiore, naturalmente senza concorso, entra come collaboratore. Del resto la sua carriera è comune a tanti nella FCE. Nella Gazzetta ufficiale del 3 ottobre 2000 quarta serie speciale, numero 77, veniva pubblicato un concorso come dirigente tecnico alla Circumetnea.

Al concorso per esterni partecipa anche il collaboratore Fiore. Il concorso va male. Primo classificato è Giuseppe Inturri. L’ingegner Fiore è secondo; terzo si piazza un certo Iurato. Con ordine di servizio numero 11, il 12 marzo viene ratificata la nomina di Inturri fino a quando, senza rifare il concorso, Inturri a ottobre del 2001 va a fare il ricercatore all’Università – sua vera aspirazione – e Fiore diventa dirigente tecnico con ordine di servizio numero 93 dell’8 novembre 2002, a firma del direttore generale Giuseppe Fusco.

La cosa più interessante della storia aziendale del dirigente, però, è ciò che succede tra l’ingresso in azienda come avventizio di Fiore e la sua nomina a dirigente tencino in appena 2 anni e mezzo. Il 25 settembre del 2001 il contratto di Fiore passa da tempo determinato a tempo indeterminato. Indovinate chi firma l’ordine di servizio numero 57? Sebastiano Gentile. È legittimo quell’atto in cosiderazione del fatto che Gentile è stato nominato dirigente di un’azienda pubblica senza aver sostenuto un concorso pubblico? Non solo. Nell’operazione scalata, si registra anche il documento del 18 dicembre 2001. L’ordine di servizio numero 108, infatti, stabilisce la retrodatazione, sul piano guridico, dell’assunzione di Fiore con decorrenza dal 20 marzo 2000. In fatto di contributi e scatti di anzianità, quindi, Fiore non è mai stato un collaboratore.

Restiamo interdetti, come del resto ci hanno lasciato sgomenti tutte le altre vicende che vi abbiamo raccontato. Possibile che dopo tutti questi anni si continui a far finta di niente? A quanta gente, magari ugualmente competente, non è stata data la possibilità di entrare in azienda avendo sostenuto un regolare concorso? E quanti filgi di nessuno questi dirigenti hanno scelto di buttare fuori? Quanti occhi sono invece stati chiusi per l’ingresso di parenti a mici?

A queste e a tutte le altre domande che abbiamo posto in questi mesi speriamo la Magistratura possa rispondere in maniera convincente, soprattutto per fugare qualsiasi dubbio sulla corretta gestione della Circumetnea.