Il terremoto causato dalla sentenza del Tar Lazio che ha di fatto spento ogni speranza della Croce Rossa Italiana di rimanere a bordo delle ambulanze del 118 nella regione continua a scuotere il territorio e le coscienze dei volontari. La società Heart Life Croce Amica ha diramato un comunicato stampa nel quale racconta come dal prossimo primo novembre rileverà le postazioni di Cri ed assumerà la gestione completa del servizio. Flavio Ronzi, il presidente provinciale di Roma della Croce Rossa Italiana, ha replicato distribuendo a tutti i dipendenti i turni di servizio fino a fine novembre. Un braccio di ferro che probabilmente farà comodo solo agli avvocati, gli stessi legali che davanti al Tribunale Amministrativo si sono fatti soffiare la causa perché hanno depositato il ricorso pro Croce Rossa in ritardo, come fatto rilevare dagli stessi giudici nella sentenza.

Si è aperto così un altro fronte che riguarda direttamente i volontari, gli stessi che magari si iscrivevano in Croce Rossa con la smania di salire sulle ambulanze. Per fare questo dovevano seguire un corso specialistico denominato TSSA, acronimo che sta per trasporto sanitario e soccorso in ambulanza. Un brevetto tutto marcato Cri, che consentiva ai più bravi di prestare soccorso su tutto il territorio nazionale mentre a quelli più bravi di tutti consentiva la trasformazione in un brevetto nazionale con la possibilità di avere un giro gratis su tutte le ambulanze Cri della repubblica Italiana.

Cos’è successo in questi giorni? Il corso TSSA veniva attivato dai Comitati Locali della Regione Lazio, di solito appena terminato il corso base, quello che serve ai cittadini per approcciare il mondo di Croce Rossa. Dopo tante, veramente tante, ore di aula ed esercitazioni pratiche, secondo il protocollo stabilito in via Toscana per avere il brevetto base, è necessario svolgere 30 ore di servizio 118. Per il brevetto nazionale le ore sono 80.

Ma i volontari queste ore di servizio con chi le faranno? Con Croce Amica, il nuovo gestore del 118? Per questa ragione i Comitati hanno sospeso le iscrizioni ai corsi creando un vuoto che assomiglia ad un baratro nella formazione dei volontari, una volta il fiore all’occhiello di Cri.

Tutti attendono una risposta concreta dal Presidente Ronzi il quale, oltre a non volerci rispondere, si limita a rimproverare, a volte con parole dure e minacce di sanzioni disciplinari, i volontari che postano i nostri articoli sulle loro bacheche di Facebook o mettono in dubbio – e ormai sono tanti a farlo – l’efficacia di questo nuovissimo management, costruito a forza di firmare co.co.pro e di una governance che dimostra di aver epoche idee, confuse e presuntuose. Nel frattempo tutti in coro continuate a chiamare questo naufragio “privatizzazione”.