Più che un parcheggiatore abusivo, quasi un servizio spontaneo e non regolamentato di pubblica utilità, al costo di un caffè. Così sembra giustificarsi il nostro protagonista perché, a detta sua, se non ci fosse lui, i Rom che abitano nei ruderi adiacenti l’ospedale entrerebbero nel parcheggio e romperebbero i finestrini delle auto per rubare le chiavi all’interno, per poi correre a casa del malcapitato di turno e svaligiargliela.

Un servizio utile il suo, costantemente ostacolato dall’ingratitudine della gente e dalle “angherie dei vigili urbani” che, forti delle loro divise, abuserebbero del loro potere facendogli le contravvenzioni. Ironia a parte, la verità non è così strappalacrime come ci viene dipinta. Il parcheggio dell’ospedale è invaso da abusivi, trai quali non corre buon sangue, che spesso minacciano gli utenti per avere una mancia più alta. Il nostro protagonista è lì già da quattro anni, a spartirsi l’area di sosta con altri parcheggiatori, tutti irregolari, e col sostanziale “beneplacito” di polizia e carabinieri, come lui stesso ci riferisce. Ci si chiede se sia normale tutto questo, perché gli abusivi continuino a stare lì.