Torna a Bari il Festival della Salute Mentale, la seconda edizione si terrà dal 23 al 27 novembre, in diversi luoghi della città quali l’Ex Palazzo delle Poste, il Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, AncheCinema Royal, Piazza Cesare Battisti, Parco Punta Perotti. La manifestazione, patrocinata da Regione Puglia, Città Metropolitana di Bari, Università di Bari, Società Italiana di Psichiatria, Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale, Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica e Società Italiana di Psichiatria Sociale, si svolgerà come un percorso di cittadinanza attiva per un dialogo tra i tanti e diversi punti di vista sulla salute mentale, intesa come benessere globale e olistico. In continuità con la prima edizione, il Festival conterrà nel ricchissimo programma tavole rotonde, conferenze, mostre fotografiche, laboratori interattivi, performance teatrali e musicali. Inventori di altri mondi è il tema suggestivo dato dagli organizzatori a questa edizione.

«Sarà un Festival ricchissimo anche in questa seconda edizione – ha spiegato il coordinatore del festival e dirigente psichiatra Fabrizio Cramarossa -, avremo numerose discussioni frontali, tra tavole rotonde e conferenze, con ospiti importanti da tutta Italia, ovvero i protagonisti della salute mentale ad ogni livello. Ma per noi è molto importante anche la mediazione culturale: tra i tantissimi ospiti, avremo una preziosa mostra di fotografia di Alessandro Cirillo intitolata «Arcipelaghi», laboratori interattivi proposti da vari operatori e Centri di Salute Mentale, le riflessioni del cinema che conta con Dario D’Ambrosi (direttore artistico del Teatro Patologico), le scrittrici Jacqueline Gentile e Maria Pina Santoro, laboratori di pittura e manualità, musicisti di fama come Angela Montemurro. Domenica 27 novembre chiuderemo nella mattinata, a Parco Perotti con un allenamento aperto di rugby a cura di Mauro D’Alonzo (che presenterà l’esperienza del Rugby sociale degli Atipici Bari), laddove lo sport diventa uno straordinario mezzo di inclusione sociale e riabilitativo nell’ambito della salute mentale. E poi ancora offriremo spazi prima e dopo il festival all’interno di tutta l’area metropolitana, in collaborazione con i centri e gli operatori che lavorano nel migliore dei modi in tutto il territorio».

Al centro della riflessione ci sarà la persona, con il suo mondo interiore e creativo, nel proprio contesto familiare e nell’essere parte della società. I Centri di Salute Mentale territoriali, i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura, il DCA (Disturbo Comportamento Alimentare), i Centri diurni pubblici GIPPSI E CUNEGONDA, il MENS (Multidisciplinarietà e Nuove Discipline), i luoghi della NPIA (Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza) sono tutti dediti all’accoglienza e alla riabilitazione, che sempre più si strutturano in un sistema di rete di servizi e strutture in cui competenze multidisciplinari, cliniche, riabilitative, artistico-culturali e sociali si incontrano e si intersecano, superando barriere concettuali e procedurali. Il fine è produrre interventi multisettoriali integrati e coordinati, condivisi tra interlocutori diversi, ciascuno dei quali compie azioni precise e concrete, oltrepassando lo stigma della malattia mentale, i pregiudizi e le paure che la società (ivi compresi pazienti psichiatrici e i loro familiari, ma anche i politici, gli amministratori, gli educatori e molti stessi operatori dei servizi psichiatrici, sanitari e sociali) ancora vive.

La ricchezza del sentire e dell’essere che spesso si esprime all’interno dei laboratori e progetti resta dentro, alla portata dei pochi visitatori, per lo più familiari, che nel fruirne continuano a sentirsi soli e privati di cittadinanza, nonché diversi. In tal modo la società si priva di queste persone che continuano a sentirsi stigmatizzate e i familiari, gli operatori sanitari, sociali e culturali, testimoni privilegiati che operano per assistere, curare, riabilitare, accorciare le distanze e contribuire ad abbandonare i pregiudizi, restano frustrati e chiusi nei loro luoghi di lavoro. L’intento di questa edizione del Festival è, in continuità con le esperienze sviluppatesi dopo la prima, portare fuori e far fruire alla cittadinanza le persone e il sentire di coloro che i servizi li abitano e ciò che nei servizi territoriali si realizza, con l’intento di creare relazioni, riflettere, confrontarsi e scambiare idee, metodi e bisogni, porsi in una visione circolare di sistema allargato e complesso.

Società civile e società scientifiche, medici, psicologi, infermieri, educatori, famiglie, servizi territoriali sanitari pubblici e del privato sociale, fruitori dei servizi, operatori del sociale, del mondo della cultura e dell’arte, amministratori locali e regionali, persone con esperienza, sono tutti chiamati ad essere interlocutori di questo dialogo allargato ed esploratori di questi mondi ancora inesplorati.

In conclusione il Festival ancora una volta chiede ai protagonisti della salute mentale di non mostrare ma di dimostrare, di non enunciare ma di praticare, di stare e fare insieme alle persone, alle famiglie, agli operatori e al territorio. E chiede di fare tutto questo promuovendo un coinvolgimento e scambio diretto durante gli incontri ravvicinati, mediante gli strumenti di dialogo e confronto, mediazione culturale, arte, sport, alimentazione e stili di vita, politiche del lavoro, che in questi due anni hanno sperimentato sui propri territori e nei propri servizi. La prima edizione del Festival, promuovendo lo scambio e il dialogo, ha sperimentato nuovi spazi di relazione tra utenza psichiatrica e cittadinanza (giovani, anziani, famiglie, bambini, immigrati) e ha evidenziato quanto il contatto tra le diversità sia stato spontaneo e in molti casi abbia apportato benessere e valore aggiunto a tutti.

Il programma completo del Festival è sul sito www.festivalsalutementale.it